sabato 9 febbraio 2013

Le origini del Carnevale carioca.

E' Carnevale, sappiamo bene delle origini pagane, anzi, antiche Romane
di questa festa.
Un vero rito liberatorio, un indubbio metodo di aiuto psicoterapeutico collettivo, di massa.
Con la caduta -dico io presunta- dell'Impero Romano per mano 
dell'allora subdola setta dei cristiani, il Carnevale prima fu proibito, 
proprio perché rito pagano, poi 'a grande richiesta' assimilato, fatto proprio
dalla setta cristiana, e modificato.


Senza dilungarmi troppo, sappiamo bene che il Carnevale da rito con un forte significato intrinseco, finì per diventare una buffa,ridicola, parodia
di una guerra guerreggiata.
Lo vediamo ancora oggi: la Battaglia delle arance di Ivrea, giusto per fare
un esempio, o semplicemente il ragazzino che va in giro armato di spada.
E ancora: i gavettoni, il gesto simbolico, ma comunque dai connotati aggressivi, di gettare i coriandoli agli altri, le manganellate, seppur con manganelli di plastica (spesso riempiti d'acqua).
Questo genere di Carnevale guerresco, se così posso dire, lo ritroviamo 
un po' in tutto il mondo, ed in epoche differenti.
Charles Darwin, in visita a Salvador de Bahia nel Carnevale del 1832, si lamentava per iscritto dei modi violenti di festeggiarlo, perché spesso fu oggetto di lanci di palle di cera riempite di acqua, o 'altro'.

Una certa inversione di tendenza dal Carnevale aggressivo a quello della sfilata dei carri, fu voluto da Mussolini nei primi anni '30, sec. scorso.
Certamente dettata dalla volontà di ricreare i fasti dell'antica Roma
questa inversione di tendenza si materializzò con le sfilate di carri 
nell'allora via dell'Impero (oggi via dei Fori Imperiali), a Roma.
Carri stupendamente addobbati e decorati, con figuranti a volte quasi completamente nudi, nelle vesti, si fa per dire, di Venere, Iside, Dioniso, etc.


Alla fine della sfilata, una giuria aveva il compito di dare i voti come
a scuola, da uno a dieci.
Immagino che i voti maggiori andassero anche e soprattutto ai carri con maggior senso patriottico, e non a caso fra gli sfilanti non mancavano 
accenni agli eroi della Patria, o riferimenti nazionalistici.

E una curiosità: le musiche dovevano essere eseguite solo con 
strumenti nazionali: niente stranezze nel periodo dell'Autarchia.

Arriviamo al dunque.

Be', sapete -lo avrete comunque capito- che a Rio de Janeiro il Carnevale
si svolge più o meno alla stessa maniera di come si svolgeva
a Roma negli anni del Fascismo.
E difatti -udite udite- il Carnevale carioca fu copiato di sana pianta dai generali brasiliani in visita nella capitale italiana in quegli anni.
Rimasero colpiti dallo spettacolo, dal senso di appartenenza alla nazione 
che trasmetteva quella sfilata ben organizzata e dai forti connotati patriottici.
I generali di Getulio Vargas non si fecero quindi sfuggire l'occasione, e proposero questa innovazione carnevalesca, una volta tornati in patria.
Accettata in maniera entusiastica prima da Vargas, che la permise, e poi
dalla popolazione brasiliana che fino ad allora si era dovuta 'accontentare'
pure lei di botte, gavettoni, o manifestazioni in tono minore.
Il Carnevale di Rio, quello del Sambodromo, quello che ogni anno attira milioni di persone da tutto il mondo, il Carnevale che a ragione è considerato il più bello del mondo, è frutto dell'italico ingegno!
Una cosa per nulla risaputa, anche nello stesso Brasile.

Sambodromo di Rio de Janeiro. Ma cos'è questa gigantesca M, un omaggio postumo a Mussolini?

Ma c'è di più!

Lo stesso Samba, genere musicale fino alla 'scoperta' del Carnevale romano da parte dei generali brasiliani poco accettato dal governo brasiliano, in quanto considerato un tipo di musica troppo ribelle (fatevi tradurre i testi delle canzoni per comprendere meglio), un fenomeno da perseguitare poiché espressione delle classi povere e di colore (il Brasile fu l'ultimo paese al mondo ad abolire la schiavitù!), fu incredibilmente scelto dalle autorità brasiliane come 'colonna sonora' della prima sfilata carioca carnevalesca, proprio perché ritenuto sì popolare, ma soprattutto autoctono.
Una scopiazzatura dell'uso delle musiche e degli strumenti solo italiani
voluto in Italia da Mussolini, nel Carnevale romano.

Insomma, il Samba sdoganato e lecito grazie al Carnevale romano 
degli anni '30.
Altrimenti ancora oggi, probabilmente sarebbe un tipo di musica secondario, una specie di Rap di protesta dei ghetti, o addirittura scomparso, vista la persecuzione sistematica di quegli anni.
Interessante, per chi comprende il portoghese, il libro 'O Misterio do Samba'
di Hermano Vianna.
Libro da cui ho estrapolato questa notizia sul samba.

Linda!!

Queste due piccole curiosità, secondo me tanto piccole non sono, perché se ci pensiamo bene hanno contribuito a creare l'identità nazionale di un paese in genere nostro grande amico.
Solo recentemente questa amicizia è stata minata da spiacevoli casi come quello dell'asilo politico concesso al serial-killer Cesare Battisti, per esempio.
Un caso in cui si sono sommati errori e grossa ignoranza da parte di una prostituta internazionale e di ubriaconi dichiarati.

Personalmente trovo curiosa ed intrigante questa connessione
Antica Roma-Italia-Brasile.
C'è un qualcosa di numinoso in questo, non lo credete?

Acquedotto dell'antica Roma? No, Rio de Janeiro, Brasil!

A breve vi dirò di altre incredibili coincidenze Roma-Brasile.
Le connessioni sono davvero numerose: il Brasile sembra proprio essere
terra nostra!

Alla prossima e buon Carnevale.

                                          © 2013 by "Dino Conta