giovedì 31 gennaio 2013

Aggancio Cronologico (e cambio nome).

Mi sono reso conto che spesso gli oggetti che hanno cambiato la storia dell'Uomo non possono essere datati con sufficiente precisione.
Uno fra tutti la ruota.
Cioè, sappiamo più o meno quando, ma la forbice cronologica è davvero 
troppo ampia.
Quindi, come ovviare a questo che secondo me è un problema non risolto?



Per quanto riguarda il passato, c'è poco da fare, a meno che non si possieda la macchina del tempo.
Per il futuro, ed il presente, si può ovviare con l'aggancio cronologico.
Questo aggancio cronologico è una mia trovata di questa notte, e credo dovrebbe essere utilizzato da ogni accademico di ogni forma e specie.
Mi spiego meglio.

Immaginiamo gli studiosi del 5349 D.C. alle prese con l'oggetto che ha cambiato la concezione del cercare l'oro in spiaggia, la
Super-Drenella-di-Dino-Conta.
A buon bisogno penseranno di saperla lunga su Dino Conta, forse scambiato per un essere divino sceso sulla Terra per redimere i peccatori.
Magari alcuni penseranno si trattasse di un filosofo ermetico che attraverso l'uso di oggetti comunque semplici ed alla portata di chiunque, volesse trasmettere il proprio Verbo.
Ma se di Dino Conta invece non rimanesse traccia, perlomeno legata 
alla Super-Drenella, come farebbero i futuri studiosi a datare con precisione l'invenzione ed il relativo uso della stessa?

Con l'aggancio cronologico appunto!
Agganciare, cioè, un'invenzione od un fatto, a qualcosa che invece si 
possa datare incontrovertibilmente.

Un esempio: la Super-Drenella-Victoria-Victrix-di-Dino-Conta è nata
nel 2013, anno in cui è successo questo o quello (ora non mi viene in 
mente nulla di così importante) e chiamare la S.D.V.V.D.D.C. con il fatto
che si ritiene fondamentale.
Magari potrei decidere di legarla in maniera indissolubile a qualcosa di meno importante, ma comunque databile.
Che so, le Olimpiadi, o semplicemente dei film di un autore famoso.
Chiamare la Super-Drenella così:
 Super-Drenella-Victoria-Victrix-Django-Chained-di-Dino-Conta.



Ove Super-Drenella sappiamo perché; Victoria-Victrix se non lo sapete cambiate canale; Django-Chained parafrasando il film di Tarantino "Django Unchained", quando invece la Super-Drenella è 'catenata' poiché trova le catenine 
(a differenza dei metal-detector che non le trovano, e che neanche le cercano), concatenando quindi per l'eternità un oggetto con un 
fatto verificabile.
Nel mio caso la Super-Drenella che fa la storia del cercare, con 
un film d'autore databile.




Naturalmente questo procedimento potrà essere utilizzato dagli accademici
-ed anzi prego di utilizzarlo pure liberamente- in ogni caso si ritenga necessario.
L'invenzione del vaccino anti-raffreddore, per fare un esempio.

Quindi, abbiamo visto che ho trovato una soluzione duratura all'annoso problema della databilità certa di un oggetto o di un fatto storico, e che per questo, quindi, da ora la mia nuova Super-Drenella si chiamerà come 
sopra elencato in dettaglio: S.D.V.V.D.C.D.D.C.

Alla prossima.

                              © 2013 by "Dino Conta

mercoledì 30 gennaio 2013

A domanda rispondo.

Dopo l'ultimo post sulla Victoria-Victrix, numerose le mail arrivatemi.
Faccio prima a rispondere qui, e vale per tutti: per ora non ho intenzione
di mostrare foto o dare maggiori ragguagli.
Magari fra qualche giorno cambierò idea, non lo so. 
State a vedere.



Poi,ancora, molti mi chiedono dove possono trovare le specifiche 
delle precedenti Drenelle.
Ma scusate, basta andare a cercare i vecchi post di questo Blog e troverete tutto: foto, misure, descrizione, etc.
Il piccolo sforzo di cercare il post che fa per voi, dovete pure farlo. O no?
Ricordo per l'ennesima volta: le Super-Drenelle non le vendo, le faccio fare solo ed esclusivamente per me.
Copiatele pure e fatevele fare da chi vi pare e piace.
Amen.

Cuffie sì, cuffie no.

Ora salto in tutt'altro argomento, viste anche in questo caso le numerose richieste dei delucidazione.
Mi chiedete se è meglio usare le cuffie durante la ricerca con il 
metal-detector.
Ne avevo già parlato, evidentemente non leggete tutto con molta attenzione.
Comunque: è una scelta personale.
Consiglio di abituarsi senza, questo perché facendo più fatica all'inizio, 
il vostro orecchio diventerà una cassa di risonanza molto sensibile ad 
ogni minimo dettaglio. 
Cosa che non succederà se invece iniziate -intendo inizio hobby- a cercare subito con le cuffie.
Abituatevi quindi alla situazione più difficile da subito, per poi magari 
arrivare all'uso delle cuffie in seguito, per poter interpretare ogni sfumatura del metal, grazie al vostro orecchio bionico.
Inoltre, avendo le cuffie, sareste, in quanto principianti, sottoposti ad un'inutile orchestra di suoni che a voi non dicono ancora nulla.

Ed ancora: le cuffie indossate vi escludono quasi totalmente dal mondo che vi circonda, mentre cercate.
Usatele quindi solo se davvero siete in grado di controllare la situazione, se riuscite ad udire i suoni provenienti dall'esterno.
Più cani randagi che vi assalgono (succede...succede) mentre siete piegati 
su una buca, con le cuffie che vi hanno totalmente reso sordo, non 
è un'esperienza piacevole.

Le cuffie comunque sia, portatele sempre con voi.
Diverso il discorso dell'opportunità dell'uso.
In spiaggia quando ancora c'è gente, in campagna vicino a degli abitati, 
di sicuro è meglio usarle.
Non perché abbiamo nulla da nascondere (do per scontato che si rispetti 
la legge), ma perché il suono del metal-detector può risultare fastidioso
a molti, e attirare troppo l'attenzione, quando invece vorremmo solo 
starcene tranquilli in santa pace.

Permalosetti.

Qualcuno mi ha scritto dicendosi indignato perché ritengo la 
Super-Drenella superiore nella ricerca di oggetti in spiaggia, rispetto
alla ricerca col metal-detector (e lo è!).
I toni di queste mail sono drammatici, neanche avessi parlato 
della supremazia nucleare!
Una cosa: ma vi leggete prima di inviare le mail?
E' un hobby, relax....

Alla prossima.

© 2013 by "Dino Conta

lunedì 28 gennaio 2013

Super-Drenella-Victoria-Victrix!

Con grande giubilo vi comunico che è nata una nuova Super-Drenella:
la SUPER-DRENELLA-VICTORIA-VICTRIX-DI-DINO-CONTA (S.D.V.V.D.D.C.)!




Ero già da tempo al lavoro su vari modelli, prototipi che potessero migliorare in maniera considerevole lo strumento che ha cambiato la concezione del cercare in spiaggia.

A tutti gli effetti si tratta sempre della Drenella classica, di quelle che ho già mostrato ampiamente.
Ma con un'aggiunta fondamentale.
Un semplice 'oggetto' che l'ha resa più facile da maneggiare, più performante.
E lo ammetto, l'idea l'ho presa da una piccola drenella postata da un novizio nel Forum M.D.x TUTTI.
Questo post è passato quasi inosservato alla massa, ma non a me, che 
quindi ne ho saputo estrapolare la genialità inconsapevole dell'autore.
Dopo anni ed anni di tanto dare, qualcosa ho ricevuto. 

Provata in questi giorni, la S.D.V.V.D.D.C.  ha superato alla grandissima 
ogni tipo di prova.
La ricerca su sabbia asciutta è più fluida, meno faticosa. Alla portata.




Però, di questa Drenella non posterò nessuna foto, e le specifiche tecniche non andranno oltre a quello che ho già detto, cioè quasi nulla.
Questo perché mi sono reso conto che molti stanno copiando l'idea 
della Super-Drenella.

Mi sta anche bene, altrimenti me ne sarei stato zitto zitto quatto quatto, 
ma non mi va più di dare delle dritte a chi invece succhia avido e magari 
finge pure non interesse pubblicamente.
So di cosa parlo.

E non intendo i detrattori, di questi non mi curo, spesso sono solo venditori (non ufficiali) a qualche titolo di qualche cosa che va in contrasto con la diffusione di un'idea a costo zero, oppure personaggi patetici a cui manca la curiosità e il sano desiderio di sperimentare.
Comunque sia, ed in ogni caso, di questo mia ultima creazione non svelerò molto, perlomeno per ora.

Condivido l'entusiasmo, dico: la Super-Drenella può ancora essere 
migliorata, io l'ho fatto.
L'unico strumento capace di trovare le catenine d'oro in mare e sulla sabbia asciutta, può ancora migliorare, può diventare più alla portata di chiunque, visto il minor carico....

Ci sono là fuori ancora tonnellate di aureo metallo in forma di catenina, totalmente invisibili ai radar dei metal-detector. 

Ai cercatori spiaggiaroli muniti di metal-detector io dico: ARRENDETEVI!
Arrendetevi e piegatevi senza indugio al Potere Supremo della 
Super-Drenella-Di-Dino-Conta!

Impuntarsi per mostrare al vostro sciocco Ego che anche voi siete bravi e capaci, vi porterà all'inane azione ondulatoria per gli anni a venire.
Affermare nei post "Però l'importante è divertirsi!", ogni volta che tornate
a mani vuote dalla spiaggia,dopo una ricerca di ore ed ore, vi farà 
apparire solo falsi umili.
Voi falsi umili, arrendetevi, poggiate delicatamente sulla sabbia il vostro metal-detector e le vostre drenelline da cestino della lavatrice, dopodiché inginocchiatevi mettendo un piede sopra all'altro ed alzando le mani portatele dietro la nuca incrociando le dita.
Ora ripetete: "Io non permetterò al mio sciocco Ego di togliermi tante opportunità meravigliose nella vita, e mi piego al Supremo Potere cercatorio della SUPER-DRENELLA-VICTORIA-VICTRIX-DI-DINO-CONTA!".

Ripetetelo per dieci volte, scandendo bene ogni singola sillaba.
Vedrete che anche voi, falsi umili, avrete accesso al segreto mondo delle catenine d'oro perse in spiaggia.

Agli apostoli della Super-Drenella dico: attendete pazienti, prima o 
poi qualcosa svelerò.

"O Dino, non son degno di partecipare ad una cercata con la tua
Victoria-Victrix, ma di' soltanto una parola ed io sarò Supervictoriavictrixdrenellizzato!".

Pazientate figliuoli, pazientate.....

Alla prossima.


© 2013 by "Dino Conta

giovedì 24 gennaio 2013

Vestiario del cercatore & orpelli vari.

I precedenti post su cosa mettere nello zaino, quali scarpe scegliere, etc., pensavo bastassero per dare un'idea sulla preparazione di un cercatore che si appresta ad una uscita.

Ho ricevuto molti attestati di stima e ringraziamenti per i consigli sulla preparazione dello zaino. E vi ringrazio.

Ma mi chiedete anche come vestirsi.

Non pensavo servissero consigli sul tema, però, allora, cercherò di dare un'infarinatura di base, aggiungendo anche piccoli consigli su quello che
mi chiedete riguardo i guanti ed altri accessori simili.

Inizio subito dai guanti.

Ne ho diverse paia: da muratore, da moto, da passeggio in pelle nera, 
da giardinaggio, etc.
Tutti acquistati con lo scopo specifico di utilizzarli durante la ricerca.
I primi tempi li ho anche usati, ma ora non più.
Uno dei nostri sensi è il tatto, ed i guanti di fatto lo escludono.
Ed inoltre rendono goffa la ricerca del target, contando che spesso il target
si trova ancora ben inserito nella buca, e che quindi dobbiamo infilare 
le dita all'interno tastando il tutto come si farebbe con una bella donna....


Ma le mani così finiranno per rovinarsi!! Direte voi. Non è così.
Con l'esperienza imparerete a scavare anche con le mani, a grufolare con 
le dita, senza quasi sporcarsi, senza mandare terra o sabbia sotto le unghie.
Raggiungerete la stessa sensibilità di tocco che ha un neuro-chirurgo.
E comunque, se ci fate caso, spesso molti operatori di qualsiasi genere, che fanno lavori sporchi, non utilizzano i guanti, proprio per gli stessi miei motivi.
Logicamente, ognuno deciderà da solo cosa è meglio per lui.
A chi opterà per l'uso dei guanti, allora, consiglio quelli in lattice spesso 
con il palmo rinforzato.
Da giardinaggio, ma quelli un po' più cari. 
Li ho provati e sono molto buoni, e la mano non sciacquando troppo all'interno, ha maggiore tattilità.

Ginocchiere.

Mai usate, e non ci penso proprio.
Questione di approccio alla ricerca. 
Tanto vale allora mettere pure il caschetto in kevlar, perché ci sono più probabilità di prendere una botta in testa, magari sbattendo contro un ramo, che rovinarsi le ginocchia.
Basta sapersi piegare, non necessariamente poggiando le ginocchia a terra, 
ed il gioco è fatto.
Usatele se invece non avete nessun tipo di muscolatura alle gambe che vi sorreggano durante il piegamento, oppure avete l'abitudine di poggiare a 
terra le ginocchia.
Ma non vi posso aiutare nella scelta del modello adatto, perché come dicevo, non le ho proprio mai usate, e non ho mai avuto nessun compagno di 
ricerca che le abbia avute. Sorry.

Cappello.

Ne ho già parlato in altri post, mi ripeto:
ci vuole, portatene perlomeno uno con voi. 
O anche più tipi: per la pioggia, magari di quelli da marinaro a larghe falde impermeabili; di lana per coprirsi dal freddo. 
E nei periodi caldi utilizzate quelli in paglia, adattissimi contro il sole
e belli a vedersi. Mai senza un cappello nello zaino.




Vestiario.

Non vorrei spendere molte parole su come vestirsi per andare a cercare, 
anche perché in vari post ne ho già diffusamente discusso.
Vorrei solo ricordare che durante il periodo invernale non si scherza.
Se avete intenzione di recarvi anche solo in collina,in inverno, dovete 
mettervi al riparo da ogni situazione, anche e soprattutto quella pericolosa 
di un repentino abbassamento di temperatura.
E abbiate pure paura di questo fenomeno!

Gli escursionisti muoiono come mosche quando si recano in montagna
nei dintorni di Roma, questo accade perché ritengono -sbagliandosi- di non correre rischi in una montagna del Centro Italia.
E' vicino Roma -dicono- che rischio corro?
Ed invece proprio in Centro Italia le temperature si abbassano in maniera drastica, da un minuto all'altro.
Trovando impreparati gli escursionisti, o i cercatori, non abituati alla vita di montagna, non consci dei pericoli.

Allora, ed è importante, meglio un pile in più che uno in  meno. 
Giacca impermeabile, perché se ti bagni con un'acquazzone, non ci sarà nessun pile che riuscirà a scaldarti, anche solo a più dieci gradi.

Lascia sempre in auto perlomeno dei calzettoni di ricambio, ed una 
maglietta di ricambio.

I pantaloni possono essere di vario tipo, e sempre dipendendo dalla 
stagione in corso.
Usane di quelli da trekking, mai con il cavallo troppo stretto, come nei jeans.
Vedo persone cercare con i jeans, ma come fanno, non hanno le pelotas 
che gli arrivano in gola quando si abbassano per scavare?

Pantaloni comodi dunque.

Per il resto, cari miei, non vado oltre, mi sembrerebbe di offendere la vostra intelligenza se dovessi specificare ogni capo di vestiario nel dettaglio.

Ricordate comunque che è meglio un capo in più che uno in meno.
E con il tempo riuscirete a raggiungere la perfezione anche in questo caso.

Un ultimo consiglio prezioso: molti si vestono in mimetica.
Pensate faccia piacere al contadino vedere arrivare uno così conciato 
dalle sue parti?
E in spiaggia?
No, è un tipo di scelta un pochettino aggressivo, che male si concilia 
con il nostro hobby.

Alla prossima.

 © 2013 by "Dino Conta

martedì 22 gennaio 2013

Il drammatico dramma degli odierni esploratori senza sponsor.

Colpa di un amico dei miei: quando ero piccolino mi regalò il libro
Viaggio di un naturalista intorno al mondo, di Charles Darwin.
Lo lessi con voracità, e da quel momento non ho più smesso di sognare.

Conoscere l'altrove, esplorare, non viaggiare solo per il gusto di farlo, ma per conoscere.

Ho avuto la fortuna di poter partecipare a qualche esplorazione, tutte pagate, o se vogliamo usare un termine in voga, sponsorizzate da altri. In tutto e per tutto.
Io non avrei mai potuto permettermi certi viaggi esplorativi, che spesso hanno dei 
costi esorbitanti.


E quanto sia importante avere uno sponsor lo sto scoprendo ora che sono pronto
alla partenza per una nuova impresa. 
Si sarebbe dovuti andare alla ricerca di testimonianze storiche in un posto
dimenticato da dio.
I soliti due archeologi che già ho avuto come compagni di viaggio in altre occasioni.
Ed altri 14 componenti (me compreso) partecipanti a vario titolo.
E lo sponsor che sovvenziona tutto. 
Questa volta, però, la persona che avrebbe dovuto sborsare la sommetta, ci 
ha ripensato! 
Ad un mese dalla partenza ha detto no.
E se al più presto non si troverà qualcuno disposto al mecenatismo, la vedo dura.

Ma come facevano gli esploratori di una volta? Chi pagava?
E quelli di oggi?

Gli esploratori odierni hanno perso molto del loro fascino. 
Sono spesso semplici fotografi free-lance che decidono di immortalare con foto, posti magnifici ed ai più poco conosciuti.
Sanno che venderanno le loro foto, e spesso già hanno qualcuno che commissiona il
loro lavoro. 
Poi abbiamo antropologi, botanici,  studiosi di vario genere. 
Anche in questi casi il tutto è molto semplice e programmato: una qualche
Università paga, ed il gioco è fatto. 
Diversamente per chi, come me, non ha titoli accademici tali da poter avere tali pretese di sponsorizzazione, l'esplorazione rischia seriamente di rimanere un sogno ad occhi aperti.

Ma allora, e  mi ripeto, anticamente come facevano?
Intanto sappiamo che il mecenatismo ieri e più di oggi, era una forma concreta per far conoscere il mondo lì fuori.
Gli esploratori facevano carte false per essere ai servigi di re e regine, i quali dall'altro canto volentieri accettavano, con la speranza di un facile arricchimento ed anche maggior prestigio, nel caso di scoperta di una terra ancora sconosciuta.

Ma se non avevano la fortuna di avere mecenati così danarosi?
Leggendo le storie degli esploratori di una volta, anche di quelli più recenti, del XIX sec. 
per esempio, mi sono reso conto di due fattori comuni: gli esploratori o erano dei disperati, oppure provenivano da famiglie molto danarose.
I disperati, proprio con la forza delle disperazione, o della fame, e con il miraggio di 
avere più successo in luoghi esotici e sconosciuti, si lanciavano nelle imprese a capofitto.
I ricchi avevano dalla loro il desiderio di provare alla famiglie che nonostante fossero i 
figli più piccoli, qualcosa sarebbero riusciti a combinare.
I figli maggiori, difatti, si occupavano degli affari di famiglia, e non avevano tempo per 
queste cose.
In tutte e due le categorie, si ha in comune la forza propulsiva dell'esplorazione che è insita nell'Uomo.
La curiosità tipica, che nessun altro animale possiede.
L'atavico cacciatore-raccoglitore che è ancora in noi, che ci ha sempre spinto oltre 
le Colonne d'Eracle.

Quindi, secondo me, in fondo una volta poteva anche essere più semplice andare alla scoperta di nuovi mondi. 
Bastava avere valide argomentazioni, o magari ritrovare una antica carta
nautica Romana, per lanciarsi nel'impresa....qualcuno che tirava fuori i soldini si 
trovava sempre, mamma o papà, o la regina di Spagna. 
Oppure da Società Geografiche vogliose di nuove scoperte.


Oggi le cose sono più difficili, se non impossibili. 
Tutto sembra scoperto, e a pochi verrebbe l'idea di pagare un'impresa, magari a sfondo storico, dalle scarse possibilità di successo.
Se ci mettiamo poi che sono pochissime le famiglie disposte a sostenere un loro parente in qualcosa del genere, vediamo che l'epoca delle esplorazioni, a livello privato perlomeno, sembra essersi conclusa per sempre. 
Tanto da farmi chiedere: ma esistono ancora gli esploratori?
Gli odierni non sono solo dei professionisti del trekking, e della fotografia?

Forse ho buttato giù troppi concetti, troppe cose su cui riflettere.

Forse per trovare qualcuno disposto a pagare questa nuovo impresa, dovrei mentire 
dicendo che siamo sulle tracce di un qualche VIP, e promettere foto di un'attricetta che
si mette in topless.

Alla prossima.

                          © 2013 by "Dino Conta

lunedì 21 gennaio 2013

Le dimensioni contano?

Giorni fa ero per boschi con un amico.
Ad un tratto spuntano fuori dal nulla due cinghiali, grossi ed arrabbiati.
Ci hanno osservato con gli occhi torvi, e sbuffato come una vecchia locomotiva a carbone.
Ma alla fine se ne sono andati trotterellando, decretando un pareggio fra umani 
e cinghiali.
Ho detto grossi, ma quanto grossi?
Molto grandi, ognuno di loro tanto quanto due maiali adulti messi insieme.
Insomma due esemplari rari. 



Ed a quel punto il mio amico mi fa "Ora capisco perché le Legioni Romane avevano i cinghiali come simbolo, mi hanno fatto paura solo a vederli da quanto erano enormi!".
Sì, è vero, il simbolo di alcune Legioni era il cinghiale, ma non vorrei ora parlare delle motivazioni della scelta di questo animale come simbolo, in quanto esula dal discorso che vorrei fare: le dimensioni degli animali nell'antichità.

Da piccolo ricordo di aver letto il resoconto del viaggio in Africa di un famoso zoologo
tedesco dell'800.
Il nome non lo ricordo, ero piccolino e non facevo tanto caso all'autore del libro, quanto
invece al contenuto, che mi affascinava con i suoi racconti di leoni grandi come  mucche, e di serpenti lunghi anche 20 metri!
Un'esagerazione dettata dalla necessità di trovare ulteriori fondi per le proprie
ricerche future?
No, assolutamente no. 
Gli animali una volta erano davvero molto più grandi!

I cinghiali nell'antica Roma saranno stati il doppio, se non di più, rispetto alle dimensioni 
del cinghiale odierno.
Tanto da essere considerato un animale temibile, e quindi rispettato.
Da qui il simbolo, di cui sopra.
Il motivo, perché sono arrivato a questa conclusione? 
Be', da gran lettore quale sono, dovrei citare i numerosi libri che ho letto nel corso della mia vita, da cui ho appunto tratto questa conclusione.
Ma non lo farò, per ovvi motivi: questo è un Blog, nada mais nada menos.

Ma vorrei portarti a riflettere.
Intanto i resoconti degli antichi. parlano spesso, se non sempre, di animali enormi
citandone a volte le dimensioni con puntiglio. 
Animali di tutto rispetto, tanto da essere scambiati a volte per esseri favolosi, ove il termine 'favoloso' assume l'accezione originaria. 
L'ignoranza in materia di animali, anticamente, era tanta, e un animale sconosciuto,
dalle enormi dimensioni e dalla conseguente grande voracità, avrebbe fatto 
concludere, dei rozzi contadini, che si trattava di un drago, o comunque di un animale 
mitico, favoloso.
Invece, era solo magari grande e grosso e molto affamato.

Non bisogna andare poi troppo lontano per trovare racconti attendibili di animali dalle
enormi dimensioni.
Lo zoologo di cui ho detto, ma ognuno di noi avrà letto Moby Dick. 
Il bellissimo racconto di Melville, contemporaneo dello zoologo tedesco peraltro, ci dice di 
una balena gigantesca. 



In realtà si tratta di un capodoglio, ma non cambia nulla.
Sta di fatto che Melville prese spunto per il suo racconto da storie vere, narrate da 
Capitani di baleniere, e soprattutto vissute in prima persona, a bordo delle 
baleniere stesse.
Quindi, una testimonianza più che valida.

Le stesse carte geografiche antiche, del '500, ci mostrano su disegnati mostri marini le cui dimensioni spesso occupano quasi la metà delle carte stesse! 
Gli antichi disegnatori che cosa volevano dirci con questo?
Forse che erano abili nel disegnare, oppure che da quelle parti vi erano davvero 
dei 'mostri' pronti a divorarvi?



Sì, erano grossi, questi animali che i primi esploratori-navigatori occidentali vedevano per la prima volta, erano 'mostruosi'!
Facevano paura. 
E perché erano ancora più grandi, questi animali, in quei lidi sconosciuti?

Arriviamo alla conclusione: perché non avevano subito -ancora- una
caccia indiscriminata!
Anche all'epoca, quindi, c'era una sostanziale differenza di dimensioni degli animali del mondo conosciuto da quello sconosciuto (sconosciuto a noi perlomeno).

Insomma, per non dilungarmi troppo, e prima che questo Topic diventi un trattato, gli 
animali in antichità erano molto più grandi, perché non cacciati dall'Uomo, e dall'Uomo
non scacciato dal suo naturale ambiente, ove l'animale, se non disturbato, aveva tutta 
la possibilità di crescere di dimensione. In santa pace.

Una prova aggiuntiva: il film "Spiriti nelle tenebre" narra una storia vera, di  leoni
mangiatori di uomini.



Siamo anche qui nell'800 e le dimensioni di questi leoni sono spaventose! 
Ma il fatto importante è che questi animali dopo essere stati uccisi, sono stati imbalsamati e tuttora visibili in un museo di Chicago.
Quindi, una prova provata delle dimensioni, non leggende, o racconti.

Ora, mi sembra intuitivo comprendere che la caccia, spesso indiscriminata, non solo ha eliminato gli esemplari più grandi di ogni specie animale, in quanto più 'appetibili', in 
ogni senso.
Ma ha anche eliminato la possibilità di procreare di questi animali, inibendone così la prosecuzione di certi tratti fisici, come appunto la dimensione eccezionale (per noi oggi).

Date solo un'occhiata a vecchie foto di serpenti catturati in Brasile, i primi del '900,
e vedrete la lunghezza del rettile superare tranquillamente i dieci metri! 
Bene, da più di 30 anni esiste un premio di centomila Dollari, istituito da un ente americano, per chi scova un serpente che superi i nove metri. 
Sinora nessuno ha reclamato mai il premio!
La dimensione non paga in natura. Anzi.
Gli animali più grandi sono anche quelli più aggressivi, i capo-branco, pronti ad attaccare chiunque venga giudicato un pericolo.
Quindi i primi a beccarsi la fucilata.
Fucilata che nega così la prosecuzione genetica di animali  forti, grandi, coraggiosi.
Un vero disastro. 

Forse fra cento anni stenteranno a credere alle dimensioni di uno squalo bianco che ora, 
ed ancora, arriva sino a 8 metri.

Come noi stentiamo a credere che un cinghiale, se incontrato duemila anni fa nel bosco,
avrebbe fatto di me e del mio amico dei miseri pezzettini irriconoscibili.

Alla prossima.

                        © 2013 by "Dino Conta

domenica 20 gennaio 2013

Putin il Grande.

Vladimir Putin è all'apparenza un uomo dal sintomatico mistero.

Ex agente dei servizi segreti russi, con incarichi via via sempre più 
importanti, fa della discrezione un'arma vincente.


Per noi caldi e rumorosi cittadini del Mediterraneo, ci può quindi apparire 
quasi introverso.
Non è così: Putin rispecchia in tutto e per tutto un uomo di Stato dalle 
qualità invidiabili.
Se la stragrande maggioranza delle persone si prendesse la briga di saperne di più sul suo conto, senza farsi influenzare dai Media che non sono certo 
a suo favore, scoprirebbero che Vladimir Putin è uomo politico capace di 
grandi cose, e tutte a favore del popolo. 
O comunque a favore dello Stato, della Nazione, intesa non come un limone da spremere (vedi la nostra classe politica) ma come entità divina da 
servire fedelmente.
Tutti concetti a noi oramai sconosciuti.

Un comune denominatore con Putin e la sua grande lungimiranza nel modo 
di fare politica al servizio del paese, la possiamo trovare dalle nostre parti solo andando molto indietro nel tempo. 
Nella Roma antica, infatti, l'uomo politico serviva il proprio paese, Roma, come un sacerdote, nel vero senso del termine, servirebbe il suo dio.
Nella Roma Repubblicana, poi, questo senso del dovere ad ogni costo, era 
così marcato ed insito in ogni cittadino, che nessun Romano esitava a 
donare la propria vita alla patria.

Comunque, non vorrei troppo dilungarmi sulla storia di Roma, non 
ora perlomeno.
Vorrei solo far notare le similitudini di condotta con uno statista moderno e 
i tempi che -ahimè- furono.

Come sappiamo, l'Impero Romano non cadde mai a tutti gli effetti. 
Non del tutto.
O meglio: molti non lo sanno, perché si sono fermati alla prima infarinatura storica dettata più da necessità di un  pezzo di carta obbligatorio, che da 
un vero senso del Sapere.

Roma passò, quindi, il testimone ad altri imperi, i quali adottarono spesso lo stesso nome, a scanso di equivoci. 
Uno su tutti: il Sacro Romano Impero. 
Ed anche tanti termini significativi, fra cui Zar, derivante dal latino Caesar.

Ora però scopro che il nesso fra Roma antica e Putin non si ferma qui.


Vista questa immagine qui sopra?

Giulio Cesare e Putin messi a confronto. 

D'accordo, lo so, Giulio Cesare è sicuramente più carismatico ed ha 
compiuto gesta ineguagliabili.
Ma questa evidente somiglianza, non potrebbe significare che gli 
antichi Romani hanno tramandato il loro DNA (che molti studiosi oggi ritengono possa essere di provenienza divina o extra-terrestre),
a personaggi politici in grado ancora di fare una certa differenza, in positivo?

Non solo, quindi, etimologia, usanze, civiltà, invenzioni, modi di fare, 
lingua, etc.
Ma anche lo stesso DNA. 
Il quale DNA magari, ed evidentemente, non si trova più in originale 
dalle nostre parti. Purtroppo.

Insomma, c'è materiale su cui riflettere.
Da una semplice, per modo di dire, somiglianza, forse si può arrivare a comprendere quale via abbiano preso i Geni divini degli antichi Romani, civilizzatori del pianeta Terra, sino alla loro 'venuta' ancora
in mano a gruppi organizzati di umani solo un gradino più su delle 
scimmie antropomorfe.

Alla prossima.

                             © 2013 by "Dino Conta

venerdì 18 gennaio 2013

Cosa mettere nello zaino?

Mi arrivano molte mail con richieste più o meno del genere:
"Dino, ma cosa mettere nello zaino, quando si va a cercare?".

Per chi, come me, è stato Boy Scout ed ha sempre camminato per boschi e montagne, 
viene naturale la preparazione del necessario da cercata. 
Ma capisco che per molti di voi possa essere la prima volta che affrontate il 'verde' 
là fuori.

Allora, cercherò di dare qualche indicazione di massima, che starà all'intelligenza di
ognuno di voi adattare al luogo ed al momento.



Intanto, dico subito che il cosa mettere nello zaino rispecchia anche la maniera di prendere le cose, in generale, nella vita: l'ansioso lo riempirà all'inverosimile. 
Molti altri neanche se lo portano lo zaino!
Ho saputo da un amico assicuratore che in Germania assicurano tutto: macchina com'è d'obbligo, ma poi casa, bicicletta, animali, vita (o meglio, morte), tutto l'assicurabile. 
Tanto da detenere il record di assicurazioni stipulate, nel mondo. 
Immaginiamo quindi lo zaino tipo di un tedesco in assetto di cercata, come minimo si 
porterà dietro un defibrillatore.

Come avrete capito non sono un amante di uno zaino troppo carico. 
E parlando di peso, il carico non deve mai superare il 10% del tuo peso corporeo
Ciò significa che se pesi, per esempio, 80 Kg., il peso ideale è 8 Kg., con rare eccezioni che comunque non dovranno mia superare il 15% del tuo peso corporeo.
Attenzione, questo è un dettaglio importante! 
Uno zaino troppo pesante, con l'andare degli anni ti potrebbe provocare seri danni alla 
colonna vertebrale. 

Magari ora sei giovane, pensi di essere indistruttibile, infrangibile, ma non è così. 
E non prendere come esempio gli esploratori professionisti, abituati da anni a sovraccaricarsi, e neanche i famosi Legionari di Roma
Essi portavano sì anche sino 30 Kg. di peso, e per un percorso lungo sino a 30 Km. giornalieri, con picchi di 60, ma erano militari super-addestrati, i migliori che la Terra 
abbia mai visto! 

Quindi, se non sei un antico Legionario Romano, oppure un esploratore, attieniti a questo mio consiglio, frutto di esperienza e di apprendimento. 

Cosa mettere nello zaino dipende molto anche dalla 'location' della cercata, anzi è il 
punto iniziale.
Se vado in spiaggia, il massimo che posso portare è un marsupio, oppure uno zainetto, magari per mettervi all'interno qualcosa di particolare che ho trovato, qualcosa di ingombrante, come per esempio dei bastoni lavorati dal mare, delle conchiglie particolarmente interessanti.
Anche in spiaggia, però, non dimenticare un kit di pronto soccorso, un 
coltellino (sempre utile), lampada di quelle che si pongono nella testa, e 
soprattutto acqua!!!



Acqua! 
Molti la dimenticano, incredibilmente.
Non puoi mai muoverti senza acqua, qualsiasi sia il contesto cercatorio, e berla anche se 
non senti sete.
In genere una bottiglia da un litro e mezzo va bene, ma tutto dipende dalla stagione, dalle 
ore di cercata. 
Cinque ore di spazzolata sotto il sole cocente di un caldo pomeriggio di agosto vi faranno pentire di avere con voi solo una bottiglia.

Anche se sembra logico, aggiungo alla lista il cellulare, documenti di riconoscimento, 
soldini, etc.
Be', sulla spiaggia non vado oltre, non c'è molto da portarsi.

Il discorso, secondo me, è simile anche in casi di spazzolata in campi arati 
(ma non seminati, mi raccomando!), in quei luoghi, quindi, vicino a degli abitati, o 
comunque piani, non boscosi.
Qui, come dicevo per la ricerca in spiaggia, non servono poi grosse cautele, non serve cioè portarsi dietro molte cose. 

Però vorrei continuare nella lista delle cose logiche da portare, ma a cui molti 
non pensano: batterie di ricambio per il metal, non c'è niente di peggio che rimanere
con il metal scarico, magari in un posto buono! 
Mi è successo, e ci sono stato male, molto male...
E ancora: una zappetta di ricambio. 
Il terreno duro può spezzare facilmente il bastone della tua zappetta, o della tua
vanghetta, ed anche qui, come nel caso del metal con le batterie scariche, l'incubo
è di quelli che ti ricorderai per sempre. 
Anche perché queste cose succedono sempre appena arrivato in un buon posto! 
Magari dopo ore, fra viaggio in auto e scarpinata.

Bene, ho ricordato l'essenziale. 
Ora parliamo del 'superfluo', che superfluo non è.
E specificatamente in una ricerca in ambito montanaro o boscoso.
In questi contesti si fa più sul serio. 
Qui quello che credi non ti servirà mai e pensi sia appunto superfluo, potrebbe salvarti 
la vita. 

Acqua, ancor di più che nel contesto spiaggia, ove invece potresti trovare un bar 
nelle vicinanze. 
Se nel bosco non trovi l'acqua, e per disgrazia ti perdi, e non ti chiami neanche 
Bear Grills, per te che ti sei portato solo una bottiglia da un litro, la vedo dura, molto dura. 
Cibo: oltre al paninozzo gretto e zozzo come piace a noi, non dimenticare la frutta, 
fonte di energia e liquidi. 
Così come la frutta secca, ancora più energetica e di poco ingombro e peso. 
Nei supermercati vendono quelle dosi di noccioline e mandorle, portane con te perlomeno
due confezioni, senza mangiarle durante l'escursione. 
Utilizzale come cibo in caso di estrema necessità. 
Non rimanere mai senza acqua e cibo.
Non finire mai una cercata senza acqua e cibo, significa che sbagli qualcosa, se 
questo succede. 
Significa che ancora non ti è  mai capitato di perderti per montagne o boschi, e che non sai quanto sia difficile la sopravvivenza anche a solo mille metri di altitudine.

GPS: ancora non  lo uso, per pigrizia mentale, lo ammetto. 
Ma penso sia uno strumento oramai indispensabile per noi cercatori, se non altro per
ricordasi dei posti in cui si è stati.
Il mio prossimo acquisto sarà proprio un GPS, di quelli seri.
Nello zaino non dimenticare anche un coltello. 
Non voglio istigare nessuno a chissà cosa, ma un coltello per chi si inoltra nei boschi,
è necessario.
Basta avere l'accortezza di lasciarlo non visibile, nello zaino, e non ci saranno problemi. 
Anche per il trasporto, è utile ricordare che se il coltello si trova nello zaino, e lo stesso
zaino si trova nel bagagliaio dell'auto, non è un problema portarlo. 
Il discorso cambia se esco da casa con il coltello di Rambo alla cinta! Non lo puoi fare.

Utile anche una corda in nylon da perlomeno 5 metri di lunghezza, e 10 mm. di diametro.
Anche la corda, come molti oggetti che ti porti dietro, a buon bisogno non la utilizzerai mai nelle tue spazzolate. Ma se ti capitasse di dover scendere in  una grotta, o aiutare un compagno di cercata che è scivolato in un burrone fangoso, che fai scendi anche 
tu (senza corda) per poi non risalire più nessuno dei due?

Fischietto. Non ci pensa nessuno, ma è un mezzo di comunicazione ed allarme efficace.
La bussola portala se la sai usare, altrimenti lasciala pure a casa. 
E poi: fazzoletti di carta, soffici, per culetti delicati...
Delle batterie di scorta e della zappetta di scorta ne ho già detto.

Ora voglio soffermarmi sul discorso cellulare.
Molte guide ed esperti escursionisti dicono di tenerlo spento per evitare si scarichi, e quindi rimanere senza batteria in caso di necessità. 
Io sono esattamente del parere contrario. 
Con un cellulare spento, in caso di caduta accidentale, di impossibilità di utilizzare
le braccia al meglio, non ci fai nulla. 
Ma ve lo immaginate uno che cade magari in un buco, un pozzetto, o chissà dove, 
tirare fuori il cellulare dalla tasca, accenderlo, fare il codice PIN, e quindi 
finalmente il numero? 
Senza dire che il cellulare acceso è, per degli eventuali soccorritori, come le 
briciole di Pollicino.
Casomai meglio consigliare una batteria carica di ricambio.

Lo zaino, come dicevo prima, si fa in base alle stagioni. 
D'estate sarà anche necessario un repellente contro gli insetti.
L'accendino con accensione al magnesio è anche molto utile. 
Ma qui si va sugli oggetti che ognuno di noi deve valutare se portarli o meno. 
Per un cercatore anziano, questa lista farà sorridere, perché al 99% non ha neanche mai
avuto uno zaino. 

Io mi meraviglio di me stesso, quando penso che per molti anni sono andato in giro a spazzolare solo con il marsupio con dentro cellulare (quando già c'era) e portafoglio. 
E bevevo acqua di fontanili. 
Oggi non lo farei mai.
Forse perché ho vissuto esperienze un pochettino traumatiche (non necessariamente in Italia) che mi hanno fatto capire quanto sia labile il confine fra oggi sei qui e domani no.
Tanto che uno dei miei prossimi acquisti, oltre al già citato GPS, sarà una coperta leggera di quelle termiche in amianto, se non erro.

Un importante oggetto da portare nello zaino, in ogni occasione, è il nastro adesivo telato.
La marca più famosa è americana, ma ora ne fanno di buoni un po' dappertutto.
Questo nastro ti toglie dagli impicci spesso e volentieri.
Scarpe che si rompono, attrezzi che si spezzano, l'asta del metal-detector che non 
regge più, i pantaloni che si tagliano in due.
Davvero ce n'è per ogni tipo di utilizzo immaginabile.
Il nastro adesivo telato è indispensabile, lasciane un rotolo anche in macchina.



Insomma, la lista di cose da portarsi dentro lo zaino quando andiamo a cercare, 
potrebbe essere infinita. 
Utile da portarsi dietro è anche tanto entusiasmo.
Senza, lo zaino risulta davvero pesante.

Spero di essere stato abbastanza esaustivo, pur sapendo che di sicuro qualcosa 
ho dimenticato.

Alla prossima.
                                              © 2013 by "Dino Conta