domenica 30 settembre 2012

Eike Batista: uno di noi.


Fra i dieci uomini più ricchi del pianeta, vi è il brasiliano Eike Batista.

Mi hanno sempre incuriosito queste persone di gran successo, non tanto per i soldi che riescono ad accumulare, ma per la loro caparbietà nel raggiungere il loro obiettivo.
Secondo me, quindi, non sono da invidiare, ma da ammirare.
Due concetti differenti.


Eike Batista ho avuto il piacere di incontrarlo 2 anni fa ad una festa privata,
a Belo Horizonte in Brasile, dove mi trovavo in ferie.
Di lui mi ha colpito subito la sua semplicità e disponibilità nel parlare
 con chiunque, anche con me, distante anni luce dal suo reddito.

Parlandoci notai subito la sua abbronzatura tipica di noi cercatori: 
nuca e fronte alta bruciata dal sole.
La stessa mia abbronzatura!
La battuta fu spontanea: "Abbiamo una cosa in comune".

Batista, sorridendo, mi dice che per uno che va per campi ancora oggi a caccia
di prove dell'esistenza di ORO o minerali interessanti, la cosa è normale.
Cosa?
Uno degli uomini più ricchi del mondo, che sta costruendo dal nulla un porto in Brasile,
con annessa città, fra le opere di ingegno più spettacolari di sempre, va ancora sul campo
a caccia di ORO?
Sì, Eike Batista è un cercatore d'oro!
Non armato di metal-detector (e neanche di Super-Drenella), ma solo (per così dire)
di spirito di osservazione e tanto, tantissimo fiuto. 


La conversazione non poteva durare più di 5 minuti, l'ospite di riguardo era richiestissimo
da tutti, ed ognuno di loro più blasonato del sottoscritto.

Ma la curiosità mi stava divorando.
E chiedendo in giro, in Brasile Eike Batista è un mito vivente, cercando in Rete,
ho scoperto cose su di lui che non avrei mai sospettato.

Non posso certo scrivere qui la sua Biografia, non nello spazio ristretto di un Blog.
Ma cercherò comunque, in poche parole, di descrivere come quest'uomo sia riuscito
a vincere in un campo che ricorda più la corsa all'oro del Klondike, che altro.

Batista ha iniziato ad interessarsi all'oro, leggendo semplicemente un articolo
su una rivista brasiliana in cui si parlava delle miniere in Amazzonia.
Da ragazzo di buona famiglia quale era, ha avuto il coraggio di prendere il primo volo
ed atterrare in mezzo ai più pericolosi cercatori d'oro: i Garimpeiros.


Una volta capite le potenzialità di certe miniere, Batista ha avuto l'arguzia di non
limitarsi ad una ricerca parziale, da Garimpeiro, ma di portare la logistica tipica delle grandi miniere americane, in  mezzo alla foresta più fitta e pericolosa del  mondo: l'Amazzonia.
Aerei da trasporto, grandi macchinari, personale qualificato, e senza farsi mancare
 un piccolo ospedale da campo, la sicurezza, etc.
Iniziando da zero...o quasi.
A dirla tutta, un prestito iniziale di 500mila dollari c'è stato.
Ma questo dettaglio non fa che rafforzare l'ipotesi che queste persone hanno una
marcia in più rispetto agli altri.
Quanti di noi avrebbero osato? Quanti avrebbero chiesto tutti quei soldi per
andare a scavare in miniere, invece che farsi un mutuo per la casa? Nessuno.
La storia di Batista prosegue con altri clamorosi successi
che vi annoierei, forse, elencandoli.
Quello che vorrei ancora una volta sottolineare, come un uomo di questo tipo,
con così tanto denaro,
abbia fondato la sua fortuna sull'intuito tipico di noi cercatori, perlomeno di quelli veri.
Sulla ricerca sul campo, ancora oggi!
Sul non dare per scontata ogni cosa. Sulle emozioni, sull'essere un sognatore.
Tutte qualità tipiche di un cercatore di nascita.
Eike Batista: uno di noi.

Alla prossima.

© 2012 by "Dino Conta"