giovedì 27 settembre 2012

Squali bianchi e altri squali: pericoli in mare per noi cercatori.

Non voglio assolutamente fare dell'allarmismo, e sottolineo che sono un
amante degli animali.
Tutti!
Ma i pericoli a cui possiamo andare incontro durante una cercata,
non possono essere taciuti.

Quest'estate per ben due volte mi sono trovato faccia a faccia con
uno squaletto, mentre ero circa quindici metri dalla battigia, e
ad una profondità comunque bassa, circa 1,60 mt.
Dall'aspetto sembravano essere delle Verdesche a caccia di spigolette,
che infatti in tutti e due i casi erano nei paraggi.

Si può essere coraggiosi quanto si vuole, ma essere 'toccati' dalla pelle fredda
di uno squalo lungo circa un metro e mezzo, fa una certa impressione.
Anche perché il contatto non sembrava fortuito, ma un vero e proprio
corpo-a-corpo esplorativo.

L'acqua marrone scuro di Fregene avrà favorito questo tipo di contatto,
credo che in acque limpide lo squalo si sarebbe accontentato di una
rapida occhiata, senza farsi notare.


Debbo dire che nel dubbio sulle sue reali intenzioni, e senza aspettare
magari un assaggio esplorativo, me ne sono andato via dall'acqua,
e pure velocemente.

Sono anche un subacqueo provetto, e di squali nel blu ne ho visti tanti,
anche di enormi dimensioni (non in Italia).
Ma nel blu, cioè in acque profonde, lo squalo ti ignora, va per la sua strada.
Non spreca il suo tempo con una preda che non conosce.

In un'acqua quasi melmosa, come quella di Fregene, e a profondità quasi nulla,
non si hanno molte possibilità di fuga o di passare inosservati agli
occhi di un pesce a caccia di prede.
Magari non ti sbrana, anzi sicuramente no, ma un morso alla coscia
credo che non farebbe piacere comunque.

Se a qualcuno può sembrare assurdo parlare di squali qui in Italia,
ricordo che il nostro paese, è uno dei tre paesi al mondo dove i
famosi squali bianchi sostano per partorire!

California, Sud-Africa e Italia, esattamente fra Sicilia e Malta,
questi i tre luoghi prediletti dagli squali bianchi per mettere
al mondo i loro pargoli.

In Italia gli squali bianchi sono attratti irresistibilmente dal passaggio
dei tonni rossi, ed è per questo che hanno preso casa da noi.

E negli ultimi anni si è aggiunto un particolare agghiacciante,
di cui nessuno parla, penso per ignoranza o colpevole omissione:
il naufragio dei numerosi battelli di disperati che attraversano il Mediterraneo
per venire in Europa! 

Ci siamo abituati a sentire cifre spaventose senza batter ciglio:
150 dispersi in mare una volta; la settimana dopo altri 200, etc..
E tutti nel santuario dello squalo bianco italiano.
Dove credete che vadano a finire questi poveri resti?
Arrivateci da soli alla risposta.
Sì, è brutto dirlo ed anche pensarlo, ma è così!
E' un dato di fatto che gli avvistamenti di squali, bianchi e non,
sono decuplicati nei mari italiani negli ultimi anni.
Molti i video amatoriali, subito smentiti in maniera anche goffa da chi non
vuole allarmare i bagnanti.

D'accordo, di attacchi mortali non ve ne sono, se non uno ogni tot anni,
perlomeno ufficialmente.
Ma ignorare questo fenomeno mi sembra colpevole.

Come è curioso, perlomeno, che non ci sia praticamente nessuno
che studi questi splendidi animali, o che magari decida di trarne
un vantaggio economico, intendo turisticamente parlando.
Immaginiamoci solo un Tour per conoscere gli squali bianchi più da vicino,
magari nell'isola di Favignana, zona particolarmente cara ai nostri amici squali.
Non pensate ci andrebbe molta gente?
Io credo di sì.

Ma qui da noi in Italia si tende purtroppo a nascondere tutto sotto il tappeto, ignorando gli effetti positivi che ci sarebbero con una cultura più partecipe.

Non voglio dilungarmi su quei casi di scomparsa in mare che incredibilmente ancora oggi non vengono classificati come attacchi mortali di squali, sicuramente
per non alzare la media degli attacchi, colpevolmente e volutamente tenuta
bassa per non compromettere l'industria del Turismo
 (che invece ne guadagnerebbe con un'informazione più precisa).

Ripeto: non voglio creare allarmismo.

Riporto quella che è una realtà, una splendida realtà se fosse gestita
da persone competenti.

E ritornando al nostro mondo cercatorio (cavoli se mi sono dilungato!),
ragazzi attenzione, può capitare davvero ad ognuno di noi di ritrovarsi
accanto uno squaletto affamato mentre stiamo mescolando nel torbido
con la nostra drenella o metal-detector.
Magari avvicinatosi proprio perché gli stiamo agevolando la sua caccia
facendo scappare verso di lui le spigole o le sogliole.

Cosa fare in questi casi?
Intanto quando andate a cercare, comunicate sempre a qualcuno di fiducia
dove andrete esattamente.
Questo almeno farà ritrovare i vostri resti con più facilità...eh..eh..eh...scherzo!!!

E poi se sarete così fortunati di avere un incontro ravvicinato dello squalo tipo,
l'unica cosa da fare è: VIAAAAAAAAA........

Così, senza pudore.

Alla prossima.

© 2012 by "Dino Conta".