mercoledì 26 giugno 2013

Un DRONE all'attacco!

Ci ho pensato e ripensato.
Non so davvero se scrivere questo post, perché a tutti gli effetti ha dell'incredibile.
Io stesso, con tutto che tendo a dar per vero certe situazioni, sino a prova contraria, 
se leggessi questo racconto in un altro Blog, forse dubiterei fortemente della 
veridicità del racconto.
O perlomeno penserei che l'autore sia sì in buona fede, ma che abbia preso 
lucciole per lanterne.

Comunque sia, ecco ciò che è successo la scorsa domenica.

Ero in montagna, a soli cento chilometri da Roma, in Abruzzo per la precisione.
Le scalate, o le 'semplici' passeggiate di alta montagna, è un'altra delle mie 
grandi passioni.
Non riesco a farne a meno, ed ultimamente, per non affrontare la montagna 
sempre da solo, mi aggrego a dei gruppi organizzati.
Il pro è il non stare da solo, e quindi in situazione di emergenza, avere chi ti aiuta; 
i contro son che bisogna stare al passo di chi proprio allenato non è, e poi il tanto chiacchericcio, che io non amo troppo, soprattutto in montagna.

Ed era per questi due ultimi motivi, che nonostante le tre guide accompagnatrici, 
io ero il capo-fila di un gruppetto abbastanza numeroso.

Stavamo già in forte ritardo, a causa della sosta bar troppo prolungata, quando 
appunto prendendo il bastone del comando imponevo giocoforza un ritmo 
accelerato alla camminata, sin dall'inizio.
Forse animato da sottile perfidia di vedere all'opera la Selezione Naturale tanto 
teorizzata da Charles Darwin, nostro collega cercatore, fingevo di non udire 
i primi gridolini disperati di richiesta d'aiuto dei fumatori, e dei troppo pingui.

Ma un grido più acuto misto a sorpresa, mi fece voltare all'istante verso un 
mini-gruppo di cinque, subito dietro di me.
Guardavano tutti verso l'alto, ma non alto nell'alto dei cieli, bensì alto verso 
l'orizzonte, quasi verso poco più delle loro teste.
Il gruppetto terrorizzato, sembrava sfaldarsi come quando un gregge di pecore 
viene attaccato da un lupo solitario fiducioso delle proprie forze e consapevole 
della propria ferocia.

Dopo un piccolo istante di smarrimento, riuscii a capire il motivo di tanto caos:
un enorme insetto, grande quanto un nibbio, svolazzava minaccioso sulle teste 
dei poveri disgraziati già affaticati dal repentino guizzare verso le cime.
L'insetto sembrava prendere le misure dei poveretti per poi con calma 
fare sfacelo dei loro corpi.

Io più che spaventato, ero sorpreso, e poi molto curioso.
Preso un sasso dall'approssimativo peso di un chilo, lo gettavo con forza verso 
l'infame rappresentante degli entomi.
Non lo colpivo, ed anzi, il sasso rotolando giù per il pendio, rischiava di colpire le fila
dei rimanenti disgraziati che ancora ansimavano verso una meta per loro irraggiungibile.

La libellula gigante, così mi era parsa in un secondo momento, dopo aver 
evitato il mio proietto, sembrava dirigersi con audacia verso di me, come a volermi 
punire per l'affronto subito.
Ma invece di attaccarmi e nel caso pungermi oppure staccarmi parte delle mie carni 
per saziare il suo animalesco appetito, sembrava osservarmi come quando si guarda 
un francobollo sotto la lente d'ingrandimento.

Ed è proprio in questo esatto momento, cioè nel momento in cui l'insetto si 
sofferma a mezz'aria a pochi decimetri dalla mia spalla sinistra, che scorgo bene 
cosa sia per davvero: un DRONE!!!

In questa foto qui sotto, il DRONE-INSETTO (sulla dx in alto) è appena sfuggito 
ad un mio primo lancio di una grossa pietra, e si prepara ad attaccare di nuovo.



Uno di quei piccoli droni che tutti noi abbiamo visto in qualche film americano.
Un drone somigliante nelle fattezze ad un enorme insetto, con tanto di ali battenti.

Grande la sorpresa.
E fortunatamente, nello stesso istante in cui mi rendevo conto di cosa veramente si trattava, un altro escursionista, facente parte del piccolo gruppo d'avanguardia, 
riusciva anch'egli a comprendere.
Nello stupore più totale informavamo i presenti che un drone molto curioso ci stava 
con il fiato sul collo.

Nessuno riusciva a crederci, finché l'infernale coso, ancora una volta, non decideva, comandato da una forza a noi aliena, di fermarsi a mezz'aria, come a voler mostrare 
tutta la sua audacia.

Il drone, ad una più attenta osservazione, era di color crema chiaro; 
le ali imitavano quelle di una libellula, e parevano essere due per ogni lato.
Il movimento era a scatti, ma riusciva comunque a librarsi nell'aria con una tale 
facilità, che  non credo abbia uguali fra i suoi simili.

Qui sotto nella foto, il drone è sulla sx., continua a sorvolarci impertterito.



Istintivamente mi mettevo alla ricerca nei paraggi, per scovare l'operatore del drone.
Pensavo si potesse trovare vicino, e magari interrogarlo sul perché di quell'attacco.
Chiedergli le sue intenzioni.
Alla bisogna mi ero pure munito di un grosso bastone nodoso per poter 
essere più convincente.
Ma nessuna traccia di esseri umani nelle vicinanze.
E nonostante continuassimo a rendere la vita difficile al coso diabolico ed indiscreto, 
esso continuava ad importunarci per tutto il nostro tragitto, scomparendo solo 
per brevi periodi.

Tante le foto fatte, ma nessuna che sia riuscita a focalizzarlo in tutta la sua interezza.
Anzi, le mie migliori lasciano spazio a diverse interpretazioni.
In una sembra addirittura un UFO.

In questa foto, il drone, che sta verso dx sopra le creste, sembra quasi un UFO.
Ma è sempre lui che ci segue.



Ma che ci si possa credere o no, vi assicuro che si trattava di un drone, penso 
di nuovissima generazione.
E che noi escursionisti siamo stati usati come cavie.

Il luogo si presta a questo genere di prove: massimo isolamento, ma allo stesso tempo grande visuale di insieme.
E magari il fatto di disturbarci deve essere stata una decisione dell'ultimo momento, 
non prevista, così, giusto per testare le potenzialità di questo aggeggio.

La scalata di varie vette si è susseguita per l'intera giornata, e la fatica ci ha fatto dimenticare spesso dell'inopportuno drone.
O forse era solo l'abitudine, oramai.

Ma appena sembrava essere stato solo una allucinazione collettiva, ecco che 
rispuntava dal nulla il piccolo drone.
Sempre più agguerrito e sempre più insolente.
Neanche le nostre macchinette fotografiche, ed i nostri cellulari, puntati su di lui 
come a svelarne al mondo la sua identità, riuscivano a farlo desistere.
Il drone-insetto continuava imperterrito nella sua opera vigilatrice e disturbatrice, 
senza tentennamenti.

Cosa esattamente volesse da noi, mai lo sapremo.
Credo che il test di prova sia la teoria più giusta.
Al volger della giornata, ci avvicinavamo sempre di più sulla via del ritorno.
Ora una vasta pianura sembrava aver spaventato il drone, che per ore, e chissà con quale diabolica energia, ci aveva seguito lungo il percorso più impegnativo.

Il calar della sera ci trovava in prossimità delle nostre auto, e troppo stanchi per elucubrare su questo curioso accadimento, rimandavamo ad altro giorno i nostri interrogativi.

Alla prossima.


© 2013 by "Dino Conta".