mercoledì 5 giugno 2013

Incontro molto particolare in spiaggia. (vietato agli scettici di professione)

Un incontro del tutto inaspettato domenica in spiaggia.
Se avete letto il mio precedente post, sapete che ero lì abbastanza presto per 
fare una cercatina.
E scrivevo degli scarsi risultati, senza però aggiungere nulla riguardo questo 
incontro fugace:
avevo appena affrontato con successo il mostro pettinatore, quando ad un certo punto sbuca dal nulla, e mi si parava praticamente di fronte, una donna con in braccio 
un bambino.
Lei era vestita in maniera bizzarra, perlomeno nel contesto in cui ci trovavamo, 
la spiaggia appunto.
Un sari bianco, lungo sino alle caviglie, che le lasciava nuda la spalla sinistra, sino 
a quasi intravedere il suo seno florido.
Al collo una splendida collana d'oro, molto ben lavorata, raffigurante un frutto 
non meglio identificato.
Il bambino, e la cosa è ancora più strana, vestiva alla stessa maniera della madre, 
non con un sari naturalmente, ma con una veste che lo fasciava stretto, sicuramente
in lino o similari.

Non potevo fare a meno di notare anche la pettinatura completamente diversa 
da qualsiasi acconciatura in voga negli ultimi decenni.
Ed il fatto che la donna fosse piacente, con un sorriso leggero ma intenso, e con degli splendidi occhi neri, una carnagione lattea, e labbra carnose ma non volgari, mi 
faceva voltare per poterla ammirare più e più volte.
Lei, d'altronde, sembrava divertita dal fatto che invece di continuare a cercare, 
non smettessi di omaggiarla, anche se solo mentalmente.

Sento un target, mi chino, e preso dalla smania, dimentico per un attimo della
singolare presenza.
Mi alzo, ancora ho in mano l'Euro appena ritrovato, quando proprio di fronte a me, 
e senza che me ne fossi accorto, mi ritrovo la mamma con il bambino in braccio.
Per un attimo rimango basito, l'ultima immagine che ho di loro, è quando pochi minuti prima, 3 al massimo, erano distanti perlomeno 200 metri.
Come aveva fatto quella donna a giungere così vicino in poco più di 2 minuti, e senza
che me accorgessi?
E sulla sabbia poi, e con in braccio un pargolo di pochi mesi sì, ma sicuramente 
pesante abbastanza da rendere la camminata un pochettino faticosa.

Mi ronzavano ancora in testa queste cose, quando lei, senza motivo, mi dice
"Trovato qualcosa?". 
Ed io "Sì, finalmente un Euro tutto intero, di questo passo, e se ripeto l'operazione perlomeno un milione di volte, diventerò ricco!".
Lei ride, anzi sorride, amabilmente ed il bimbo insieme a lei, come se avesse 
pure lui inteso. 

Ed aggiunge "Spesso dobbiamo vedere gli oggetti non per il loro valore intrinseco, 
ma per quello che rappresentano, o possono significare.".

Io colpito da questa frase, faccio quello che capita a molti, e di cui poi ci pentiamo:
sono rimasto senza una risposta, non ho saputo dir nulla.
Ho solo detto un misero e vergognoso "Ah..".

Lei di nuovo sorride, e se ne va.
La guardo andar via per un minuto, ancora arrabbiato con me stesso per non 
aver saputo intavolare un minimo di discorso.

Ma vado oltre, sto lì per cercare, me lo ricordo con vigore, e continuo a spazzolare.

La mattinata, come saprete, ha regalato centinaia di chiodi, e la cosa non è poi 
così comune.

Una volta tornato a casa, naturalmente all'incontro non penso neanche più.
La notte, però, succede qualcosa di strano.
Per me è difficile ricordare i sogni, non mi capita quasi mai.
Questo, invece, la mattina seguente era ancora molto vivido nella mia mente, 
forse perché si era trattato di un sogno particolare, un sogno lucido.

Nel sonno mi era apparsa la stessa donna, questa volta senza il bimbo, vestita 
tale e quale, che guardandomi dritta negli occhi mi dice:
 "Secondo giustizia...agisci secondo giustizia".
E poi ancora, ma questa volta con in mano un chiodo di bronzo e nell'altra 
mano un martello:
 "Vedi, questo è in tuo onore!". 
E con un colpo secco pianta il chiodo in un muro fatto di antichi mattoni.

A dirla tutta, non è che sia rimasto molto colpito dal sogno.
Penso solamente che sia la summa di ciò che era successo il giorno prima in spiaggia.
I chiodi ritrovati, il singolare incontro, la mia fissazione per tutto ciò che è antico.
Non ci vuole poi molto per capire che questi ingredienti hanno creato questo sogno, 
che seppur molto intenso, sempre un sogno rimane.

Bevo il primo caffè della giornata, forte come piace a me, così forte da annerire anche
i più eburnei denti, e mi collego ad internet.

Vado a leggere subito le mail.
E fra le tante, scorgo un'offerta di libri particolari, antichi, storici.
Clicco sopra, voglio vedere cosa c'è di bello.
E...rimango di stucco: la copertina di uno dei libri in offerta, anzi il primo
della lista, ha in copertina la donna che ho visto in spiaggia, la stessa poi del sogno!
E' lei, uguale identica. 
Il vestito, che poi ho capito essere un'antica veste, e non un sari. 
I capelli, ed anche il bambino, nelle successive illustrazioni di questo libro, 
compare insieme a lei.

Ora, e sempre di fronte a lei, sono di nuovo senza parole.

Be', volete saper chi era?
Northia, le Dea etrusca del Fato, o del Destino, o di quello che vari studiosi hanno 
voluto interpretare.
La Dea per cui ogni anno si dedicava un rito molto particolare: quello dei chiodi!!!!!!!

Ognuno tragga le sue conclusioni.

P.s.: non inserisco nessuna immagine, perché quella più vicina alla donna che ho incontrato in spiaggia, è proprio quella del libro, che però ha il copyright
Basta comunque andare su Google Immagini, e digitare "Nortia" 
(non riconosce il vero nome "Northia", con l'acca), oppure ed addirittura, "Norzia".
Avrete così un'idea.

Alla prossima.

© 2013 by "Dino Conta".