giovedì 13 giugno 2013

Darwin ed i lombrichi -seconda puntata-

Riprendo il discorso sui lombrichi.
O meglio, su che fine fanno gli oggetti una volta caduti nel terreno, o in mare.
Consiglio quindi di leggere, se già non lo avete fatto, il precedente post di qualche 
giorno fa, riguardo questo argomento.
Altrimenti non si segue il filo del discorso.

Darwin, e non solo lui, ritiene che il lombrichi si trovino in ogni terreno, e che essi siano 
i responsabili dello sprofondare di oggetti, e non solo oggetti, ma addirittura di intere città!
Peccato però che i lombrichi, come tutti gli esseri viventi su questa Terra, non occupino 
ogni terreno, ma anzi colonizzano solo alcuni terreni, scegliendoli con criteri 
evidentemente consoni a loro.

Un buon osservatore, e noi cercatori siamo buoni osservatori, avrà di certo notato 
che non sempre i lombrichi compaiono quando andiamo a bucherellare il terreno.
Questi vermi, infatti, scelgono una terra grassa, ma che abbia anche altre peculiarità, 
che magari ora non sto qui ad elencare per filo e per segno.
Se ci fate caso, possiamo trovarli in una zona del terreno, magari in quantità enormi, 
e subito nelle zone limitrofe, in un terreno secco, o troppo esposto al sole, non 
ne compaiono per niente.

Il sole, come avete immaginato, non è amico dei lombrichi.
Bastano a volte pochi minuti di esposizione al sole per farli diventare secchi stecchiti.
E quindi evitano i posti troppo assolati, la terra troppo acida. 
I terreni con pendenze esagerate, ove la forza dell'acqua potrebbe trascinarli via.
Tutte queste cose i lombrichi le sanno, ed infatti vivono in colonie che potremmo immaginarle come contenute in un grosso vaso, con confini a noi invisibili.
Ma che esistono, come esistono per le formiche, per esempio.
Anche loro, sempre se fate caso a queste cose, colonizzano solo alcuni terreni, 
trascurando altri che apparentemente potrebbero essere ricchi, dal loro punto di vista.
E sempre per motivi di opportunità, di sopravvivenza.

Ho parlato delle formiche non a caso.
Darwin parlava di lombrichi, di come essi facciano sprofondare una moneta per metri.
Diceva che le rovine di antiche città si trovavano interrate grazie alla loro opera 
instancante di digestione ed evacuazione del terreno.
E stranamente dimentica delle formiche, che se vogliamo fanno opera di sbancamento 
del terreno ancora maggiore dei lombrichi.

Bene, dopo aver visto che questi animaletti non vivono proprio in tutti i terreni, 
come comunemente si crede, abbiamo anche già capito, ed è questo il succo del mio discorso, che essi non possono essere assolutamente i responsabili dell'interramento 
di nessunissimo oggetto.
E ancor di più, di nessuna città, o di nessuna costruzione civile.
Insomma, gli ingegneri possono stare tranquilli, perlomeno sotto questo aspetto.
La prova?
Il ritrovamento di alcuni oggetti persi per esempio cento anni fa.
Le famose "Spighe" (monete) vengono ritrovate anche ad un solo centimetro nei parchi cittadini,
esattamente dove sono cadute illo tempore.
Un solo centimetro di terra le ricopre, e delle volte anche meno.
Eppure si tratta di terra con lombrichi, e spesso anche delle colonie di
formiche nelle vicinanze.
Ma non vi sono trattori, nessuna opera dell'uomo.
Ed è questo che veramente incide sull'interramento degli oggetti e delle costruzioni:
l'opera dell'uomo e i fattori climatici.

O se proprio vogliamo pensare a qualche essere vivente che non sia l'uomo, dobbiamo pensare a grossi mammiferi, i bovini fra tutti.

Molti archeologi parlano di ritrovamenti di oggetti 'recenti', cioè massimo cento anni, 
nello stesso strato di oggetti magari antichi Romani.
E quindi, grazie alla teoria dell'autorevole Darwin, incolpano i lombrichi di questa 
confusione di strati.
Ma come fanno a pensare una cosa del genere?
Come dicevo prima, dove l'essere umano non è più intervenuto in quel dato terreno, 
gli oggetti si trovano esattamente nello stessissimo posto di quando sono stati persi. 
Basterebbe appunto notare questo, e prendere come esempio i parchi cittadini.

Gli studiosi incolpano i vermi, dimenticando una cosa fondamentale: gli esseri umani
utilizzano gli stessi posti per secoli, o per millenni.
Un terreno ove anticamente vi era una costruzione Romana, e quindi sicuramente in posizione eccellente, visto che i Romani sceglievano di costruire solo nelle 
posizioni migliori, questo terreno, dicevo, è stato riutilizzato poi da altri popoli, 
in altri secoli, e così via a seguire.
Ed è questo che fa sprofondare gli oggetti persi da 'poco' negli strati più antichi.
Cioè, e per esempio, il taglio in verticale di un terreno, magari per la costruzione di 
nuove strutture.
Questo taglio, anche semplice, provoca il rovesciamento degli oggetti persi di recente 
verso gli strati inferiori.
Magari con l'aiutino degli agenti atmosferici, una volta che smossi dall'uomo non hanno più quel consolidamento che avevano raggiunto col terreno.

Insomma, c'è un gran fraintendimento.
Si pensa siano degli innocenti vermetti a far sprofondare intere antiche città, mentre 
il massimo che possono fare è arare un pochettino intorno agli ostacoli, che possono 
essere colonne, o grandi sassi.
In questo caso sì, i lombrichi si incaponiscono intorno a grandi ostacoli, poiché non 
avendo la visione in generale delle cose, e del terreno, vanno avanti come treni impazziti 
su quello che considerano il proprio territorio di caccia.
Ma anche in questo caso, nulla di così importante sotto l'aspetto dell'interramento.

Chi per davvero influisce in maniera importante allo sprofondare delle cose perdute nel terreno, sono gli eventi atmosferici, e le loro conseguenze, come per esempio gli smottamenti del terreno dovuti a grandi piogge, e poi gli esseri umani, con interventi nel corso dei secoli sullo stesso territorio.

O ancora la gravità.
Cioè, una devozionale perduta da un pellegrino mentre saliva una collinetta per seguire 
la Via Crucis del paese, questa devozionale se è caduta in una zona molto scoscesa,
prima o poi la ritroveremo a valle.
Sempre però con l'aiutino delle intemperie, o delle gelate che rompono il terreno.
O cadrà a valle perché la capra la calpesta e la fa rotolare giù.

Ma non dobbiamo pensare ai lombrichi, e neanche alle formiche, peraltro ignorate 
da tutti gli studiosi.

Per avere ulteriori riprove, basterebbe lasciare un oggetto in un terreno ricco di lombrichi, e vedere che dopo 20 anni, l'oggetto in questione sta ancora esattamente lì.
E parlo di oggetti come un'ogiva della Seconda Guerra Mondiale, quindi con una struttura che ne faciliterebbe ancora di più l'interramento, visto che sono dei piccoli razzi 
in miniatura, pronti a viaggiare verso il centro della Terra, come nel 
romanzo di Jules Verne.
Eppure, guarda caso, pure queste ogive dopo 60 e passa anni, stanno ancora 
esattamente lì, proprio in mezzo ai lombrichi che altro non fanno che mangiare terra 
ed evacuarla.
Senza però influire sull'oggetto in questione!

Spero di essere stato abbastanza chiaro, anche se mi rendo conto che con 
la mia smania di dire molte cose in poco tempo, finisco delle volte 
per parlare di troppi concetti importanti tutti insieme.

La prossima volta parlerò degli oggetti perduti in mare, che è poi quello che mi 
interessa più da vicino.
E penso a molti di voi.

Alla prossima.

© 2013 by "Dino Conta".