sabato 1 giugno 2013

Darwin ed i lombrichi. Che fine fanno gli oggetti caduti sul terreno? -Prima parte.

In questi giorni ho colto la palla al balzo, e nonostante faccia ancora freddino, 
ho Super-Drenellato buona parte del litorale romano, 
aiutato in questo sforzo dalle onde mandatemi dal Dio dei Cercatori
Quello che per moltissimi è un ostacolo, per i drenellatori è una manna dal cielo.
Come ho già spiegato in altri post, infatti, 
la Super-Drenella spesso non è agevole da usarsi: 
è pesante, ingombrante, e fa tanto tanto male se la usi scorrettamente 
e finisci per dartela sulle tibie.
Il moto ondoso, sempre che le onde non superino il metro e mezzo, 
o meno se siete di statura media, 
è sicuramente un'arma a nostro favore, per scaricare la drenella, 
o per riempirla con più facilità.
Con l'accortezza, certo, di utilizzare la drenella a favore di onda, 
facendo attenzione, come dicevo, a non darsela mai sulle gambe.

Inoltre, il mare mosso amplifica la visualizzazione delle buche in mare.
Le buche naturali intendo, così tanto care a noi cercatori, 
e così cariche di frutti, a volte.
E poi, un altro fattore non trascurabile, in queste giornate di mare agitato, 
è che non c'è proprio nessuno che rompa, nessuno che dalla riva ti urli 
"Dicaaaaa...sì, dico a lei!".

I risultati di queste ultime cercate? 
Be' dai, non mi posso lamentare.
Come sempre, o quasi, non mostro foto di risultati, è mia prassi consolidata.
Non intendo mortificare l'ego di nessuno, non è questo il mio scopo.
Ed anzi, come cercatore, in primis metto la ricerca, dopo i risultati.

Una considerazione: in tutti questi giorni di ricerca in acqua, non ho visto mai un 
cercatore munito di metal-detector.
Mai, né in acqua e  né tantomeno sull'arenile, 
e neanche nei momenti di sole, che non sono comunque mancati.
Ma sono così tanto spaventati da due gocce di pioggerellina?
Troppo sofisticati i loro strumenti, troppo cari per poterli  
metter in gioco quando il gioco si fa duro?
Cazzarola ragazzi, mi guardavo intorno, soprattutto quando tiravo 
su il metallo degli Dei, e non ci potevo credere che me lo lasciavate tutto a me....
Be', che vi devo dire: grazie!





Durante la ricerca, spesso mi chiedevo come mai mi capitava di trovare anche 
oggetti davvero molto datati.
In un caso l'incisione mi rimandava indietro di ben 45 anni!
Penso tutti noi abbiamo fatto queste considerazioni, su quanto gli oggetti possano 
rimanere in acqua, e non solo in acqua.
Su dove vanno a 'riposare'.
Se, come dice un detto, "Il mare prende, il mare ridà.". 

Leggendo un recentissimo post sul Forum dei detectoristi, ho visto 
che non sono solo io, quindi, a farmi certe domande.

Ed allora, in generale, un oggetto caduto in mare, 
oppure perso in un terreno, dove va a finire?
E dopo quanto tempo 'risale', se risale?

Ci sono molte teorie a tal proposito, anche molto serie.
E lo dico subito, anche se dicendolo subito e come 
se svelassi chi è l'assassino già alla prima pagina di un thriller, dico subito che ogni teoria ha torto, ed ogni teoria ha ragione!
Cioè: andrebbe verificato il terreno in ogni contesto, ogni singolo miglio di mare 
dovrebbe avere la sua teoria personalizzata.
Perché non è assolutamente possibile generalizzare su questo discorso.
Ma qualcosa la si può dire.

Inizio col dire che di questo se ne occupò, nientepopòdimenoche, il 
grande Charles Darwin.
Sì, proprio quel Charles Darwin, quello dell'Origine delle Specie.
Darwin, se fosse vissuto ora,  di sicuro sarebbe un nostro collega cercatore, perché così tanto sentiva questo problema di dove finissero 
gli oggetti una volta caduti nel terreno, che tentò di darne una spiegazione, 
o meglio, una teoria, in uno dei suoi ultimissimi libri: 
"The formation of vegetable mould, trough the action of worms, 
with observation on their habits".
In questo libro, che ha il titolo tipo un film di Lina Wertmuller, 
ci si concentra sull'azione che hanno i lombrichi sul terreno.




Darwin, o meglio Charles, visto che è a tutti gli effetti un cercatore come noi, 
dice che i lombrichi, con la loro azione di mangiare e digerire il terreno, 
fanno sprofondare ogni cosa si trovi sul terreno, compresi palazzi 
e massi di enormi dimensioni.
Quindi, aggiunge, la cosa dovrebbe anche interessare gli ingegneri civili, 
giusto per dirne una.
Inoltre, dice pure che di lombrichi se ne trovano a milioni 
per ogni ettaro di terreno, e, soprattutto, in ogni terreno!
Sulle cifre divertitevi a digitare questa teoria sul web, 
e capirete che praticamente nessuno ha letto questo libro, 
anche se lo commentano.
Eh sì, perché le cifre variano a seconda del sito: 
c'è chi parla di un milione di lombrichi per ettaro; 
chi di circa 150 chili di lombrichi per ettaro, pari a circa ventimila; 
chi altre ne spara a vanvera.
Io che ho letto questo libro circa venti anni fa, 
proprio non me lo ricordo il numero esatto, ed il mio libro non lo ritrovo più.
Ma di sicuro nel testo di Darwin, si parlava di lombrichi in libbre, 
in peso per ettaro.
Comunque sia, i lombrichi, sempre secondo Darwin, 
sono migliaia per ettaro, come minimo.
Sono in tutti i terreni possibili ed immaginabili.
E fanno una bella vita, perché non fanno altro che magnà e beve, 
e cacare terra dalla mattina alla sera.
Tanta terra divenuta soffice soffice, così tanto soffice da far sprofondare addirittura intere antiche città Romane.
Addirittura!
Che esagerati 'sti lombrichi...o è esegarato Charles Darwin?
Io propendo per la seconda.
E vi spiego perché.

Certo, ora arriva Dino Conta, e dice che Charles Darwin 
non capisce una mazza di terreni.
O peggio: di animali!
Ribadendo il concetto primario, già nominato in precedenza, cioè che in questo caso, nessuno ha torto e nessuno ha ragione, io, vista la mia decennale esperienza in fatto di ricerche (più di Darwin...) posso tranquillamente dire la mia.
Come posso, un giorno, cambiare idea, e dire l'esatto contrario.

Darwin dà per scontato, incredibilmente direi, 
che i lombrichi si trovino in ogni terreno.
E lo danno per scontato tutti gli scienziati, o studiosi in generale, 
che hanno studiato (forse) questo suo libro ed hanno accreditato 
come assioma la sua teoria, senza porsi domande, senza una verifica sul terreno.
Verifica, che un cercatore, ogni volta che esce, di sicuro ha la possibilità di fare.

Punto primo: i lombrichi non si trovano in ogni terreno!

------Fine prima puntata. Questo discorso mi affascina, e rischio di tirarla per le lunghe,
e poi domani mi alzo prestissimo. I lombrichi di mare mi aspettano...----

Alla prossima.

© 2013 by "Dino Conta".