domenica 26 maggio 2013

Super-Poteri cercatori: il riconoscimento ufficiale.

Ho sempre pensato che noi cercatori abbiamo delle particolari doti super-naturali.
Se vogliamo chiamarli super-poteri, oppure sesto senso, settimo ed ottavo, questo
sta ad ognuno di noi deciderlo.
Certo, intendo i cercatori con qualche anno di ricerca alle spalle.
Oppure coloro che hanno la vocazione, quindi sono già nati cercatori, e magari solo 
dopo anni se ne sono accorti.

Dei super-poteri del cercatore, io non ne dubito, ed evidentemente anche altri 
se ne accorgono, a volte.

Sono tornato da una settimana in Italia, e non è stato un rientro alla vita normale facile.
I problemi che uno mette in stand-by per il periodo vacanziero, una volta ritornati,
sembra si ripresentino con più vigore, giusto così, per dispetto.

Insomma, fino a ieri ero un po' giù di corda, proprio per questi motivi.

Ma una bella, anzi bellissima, e-mail mandatami dall'archeologo brasiliano con cui ho condiviso l'esperienza degli scavi giusto poco tempo fa, mi ha fatto tornare il sorriso.
E visto che in fondo le lodi sono indirizzate a me in quanto cercatore, voglio 
condividerne la gioia con voi.

Nella mail mi si elogia in quanto, e grazie anche al metal-detector, sono riuscito ad individuare la località esatta in cui una antica spedizione di avventurieri a caccia 
di miniere d'oro, si era stabilita per un periodo non trascurabile di tempo.
Penso ognuno di voi abbia letto i precedenti post, soprattutto quelli inerenti in qualche maniera alla casacca di cuoio e le due spade.
Ebbene, le ricerche, anche senza di me, sono naturalmente andate avanti, e sotto la supervisione dell'archeologo responsabile del sito preistorico (il sito per cui ero lì).
Sì proprio quello, l'archeologo che sembrava poco interessato alla storia, 
a questa storia,  e proprio quello che aveva relegato (per modo di dire) questa
ultimo ritrovamento ad un altro archeologo non presente agli scavi.

In questi giorni, e me lo si spiega bene nella lunghissima mail,  sono state rintracciate evidenze di un accampamento fortificato, trovati altri interessanti reperti, fra cui uno su tutti: una piccola pezza di cuoio all'interno di un vaso interrato, in cui si trovavano
ben 38 grammi di oro nativo!!
E poi: vasellame vario, resti di fuochi; forno per la cottur; fori di pali,etc.

Ma il ritrovamento per cui sono tutti molto eccitati, è questo: resti di un fuoco particolare, una pira crematoria realizzata con lo scopo specifico di preservare (sì, preservare) 
i poveri resti di qualche personaggio di un certo spessore, facente parte della spedizione.
In poche parole, il capo della spedizione, di quella antica spedizione di cui non si seppe mai più nulla, doveva essere probabilmente morto nel luogo, e come di consuetudine in questi casi, il corpo veniva cremato in questa maniera bizzarra, mettendolo in una fossa non profonda, dopodiché si ricopriva di terra.
Una volta ricoperta la fossa, sopra veniva accatastata della legna, e si accendeva un
fuoco che poteva durare anche per giorni.
Non più di 4 comunque.
Alla fine di questo elaborato sistema, si procedeva alla raccolta dei resti mortali, cioè le ossa del poverino, senza carni o altro che naturalmente erano state eliminate con il falò.
Poi le ossa venivano messe in una sacca e finalmente riportate a casa.
Questa procedura così particolare, e se vogliamo macabra, era destinata solo ai personaggi importanti, proprio per il dispendio di energie necessario.

Il sito ha preservato bene ogni reperto, ogni evidenza, grazia al contesto naturale.
Come abbiamo visto in altro post, ritrovai la casacca abbastanza vicino ad un'ansa di un fiume, quindi il terreno è particolarmente torboso, fangoso, e questo sembra aver preservato bene un po' tutto.

Voi direte "Ma che c'entra questo con il prologo, cioè perché noi cercatori dovremmo possedere poteri particolari, o altro??".
Ebbene, la mail contiene elogi sperticati in cui mi si ringrazia per essere riuscito a capire, senza nessuna evidenza visibile, il luogo in cui circa due secoli fa, si potevano essere accampati degli uomini.

Ed io sono certo di meritarmeli tutti questi elogi così come se li sarebbe meritati 
ognuno di voi al mio posto.
E come se li merita ogni cercatore che supporta qualsiasi indagine archeologica.
Gli archeologi possono essere sicuramente più preparati sotto molti punti di vista, ma l'occhio di un cercatore è molto più allenato nel saper riconoscere il passaggio umano, molto più sagace nel capire i punti di interesse.
Cercatore che può essere benissimo anche solo un cercatore di, o da, spiaggia.

Non neghiamolo: dopo anni di ricerca, marina o terrestre, ci riesce sorprendentemente facile ed intuitivo capire dove un essere umano possa essere passato, che cammino 
ha intrapreso, dove possa aver perso qualche oggetto.
Ed ancora: capire addirittura la dinamica dell'oggetto perduto e del perché quel 
tal oggetto non sia poi mai più stato recuperato.

Sono cose che un cercatore le sa, senza aver studiato sui banchi, le sa per 
esperienza diretta, le sa perché ci è nato così.
Perché il Dio dei Cercatori è suo Padre.

Chiamateli, se volete, super-poteri, o come volete voi.
In questa bella mail che ho ricevuto, in pratica si prende atto che un cercatore 
possieda questi super-poteri.
Ed io a voi posso dirlo: è vero, è così.
Non posso negare che quella mattina, mentre camminavo sulle sponde del fiume, 
alla ricerca di non so neanche io cosa, ho capito che in quel dato posto poteva 
benissimo essersi accampato qualcuno nel passato.
Ed ancora non sapevo della famosa spedizione perduta.
Ho sentito l'odore di target, ed ho proceduto come guidato da un'Entità Superiore.

Forse è solo intuizione moltiplicata per milioni di volte, d'accordo.
Niente di trascendentale, nel vero senso del termine, se volete.
Ma è fuori discussione che un cercatore allenato, possa fare una grande differenza
in un sito di scavo.
O perlomeno alla ricerca dello stesso.
Soprattutto quando, come in questo caso, non vi sono nessun tipo di evidenze visibili.

Quanto vorrei esser lì, di nuovo lì, in questo momento....
Poter sentire l'odore dell'oro, captare i pensieri degli uomini che si trovavano in 
quell'antico accampamento fortificato in riva al fiume.
Capire che fine hanno fatto, cosa gli sarà successo.
Se uccisi dagli indios, magari per una storie di donne, o morti uno ad uno per qualche
tipo di epidemia.
Oppure morti di inedia, come spesso succedeva.
Sì, in luoghi pieni di ogni bendidio, si moriva facilmente di fame.
Per la scarsa, o nulla, competenza degli avventurieri in fatto di ricerca di cibo in
luoghi ostili.

Spesso finivano per divorarsi fra di loro, e magari proprio la casacca di cuoio da me ritrovata, era stata nascosta con lo scopo di mangiarsela poi di nascosto dagli altri.
L'ultimo cibo disponibile.

Tutte congetture che solo gente come noi riesce bene a visualizzare, solo noi 
cercatori sappiamo, grazie ai nostri super-poteri, individuare tracce dove gli 
altri vedono solo fango.
Capire il percorso di un oggetto perduto, perché è stato perduto, ed ancor 
di più: perché non è stato recuperato.

Siete d'accordo?


Alla prossima.



© 2013 by "Dino Conta"