mercoledì 15 maggio 2013

Bandeiras, Entradas, Monçoes: le esplorazioni antiche in Brasile.

Avrei voluto rimanere di piú qui in Brasile, ma per ovvi motivi non posso.
Sarebbe bastato un altro mesetto, soprattutto alla luce dei nuovi fatti.

Ricordate la casacca di cuoio ritrovata con il metal-detector (grazie alle sue
fibbie in bronzo)?
Uno dei rarissimi target degni di nota di questa mia avventura brasiliana, e 
quello piú snobbato dai cosiddetti studiosi del settore, presenti agli scavi.
Per non parlare delle due spade 'dei poveri' ricavate dalle costole di bue.
Con quelle, secondo loro, avrei pure potuto farci il brodo...

Ebbene, facevano i finti tonti, ma in realtá erano state prese in forte considerazione.
E l´ho saputo pochi giorni fa, con un equivoco degno di una commedia.

Mi arriva una e-mail di un archeologo, amico di quello presente agli scavi, in pratica colui 
a cui sono stati consegnati i sopracitati oggetti.
E´ di São Paulo, e mi chiede di incontrarmi, appunto per sapere tutto il possibile del sito.
Io rispondo che incontrarsi non sará possibile, io sto a 550 chilometri, ed i viaggi interni in Brasile costano davvero tantino, non mi va di buttare soldi solo per fare una chiaccherata.
E poi non ne capisco molto la necessitá impellente.

Seguono altre mail, al ritrmo anche di 5 o 6 al giorno; "Forse riesco a venire io, 
ma dipende se mi pagano le diarie, et..", ed io penso "Caxxi tuoi!";
"Quello é ilo mio campo di studio..", ed io di nuovo penso " E sti..".

Alla fine una sua mail mi spiega che la casacca risale piú o meno alla fine del 1600, che é 
di buona fattura, che le fibbie sono portoghesi (lo capisce dal disegno), e che le due spade, realizzate con le ossa, hanno addirittura incise le iniziali dei vari proprietari che 
le hanno possedute.
Poi aggiunge: " è la prova incontrovertibile che cerco da anni, cioé che i 'monçoes' sono passati anche vicino a quel fiume dove le hai trovate tu!".

Monçoes? Ma che dice? Il termine 'monçoes' (pronuncia: monsois) significa
proprio 'monsoni', come quelli tropicali  tipici dell´India, o di altri luoghi del genere.
Ma non certo tipici del Brasile, e di sicuro assolutamente non della zona del
Mato Grosso del sud.
Non capisco il nesso, e forse anche io mezzo allucinato, rispondo con una serie di
equivoci per perlomeno altre 4 mail.
Tipo: "Non sapevo che i monsoni potesero spingersi a tanto", "Incredibile come un monsone possa essere studiato solo grazie al ritrovamento di una casacca..".
Ma poi il colpo finale: "Mi dispiace non poterti essere di aiuto, ma io di metereologia non
ne capisco poi molto..".
E lui: "Di metereologia?..e chi parla di metereologia?!".
Ed arriva -finalmente- la spiegazione!

Dalla conquista del Brasile, da parte dei portoghesi, si sono susseguite, come é intuitivo, 
una serie di esplorazioni verso l´interno.
Le 'Entradas' sono quelle organizzate dagli stessi portoghesi, quelle ufficiali se vogliamo,
e lo sapevo;
le 'Bandeiras', sicuramente le piú famose di tutte, organizzate dagli abitanti di São Paulo, abitanti oramai mischiatosi con gli indigeni, anche nel modo di parlare, e che andavano alla ricerca dell´oro.
I Bandeirantes, coloro cioé che effettuavano le Bandeiras, erano personaggi molto particolari, avventurieri di tutto rispetto, che hanno lasciato una impronta indelebile nella storia di questo paese, se non altro grazie alle loro scoperte: le miniere d´oro di 
Minas Gerais, e limitrofe.
E anche queste storie le so e le sapevo molto bene.
Diciamo pure che é sicuramente il capitolo di storia brasiliana che piú mi affascina.

Non sapevo peró che esisteva un´altra terminologia per altri tipi di spedizione, appunto
proprio le Monçoes.
I 'monsoni' sono delle esplorazioni spintesi molto piú all´interno di questo paese, verso
l´ovest, la parte piú inesplorata del Brasile.
Ancora oggi la zona meno popolata e piena di possibilitá.
Queste particolari esplorazioni, nate sempre con lo scopo di cercare l´oro (anche se come le altre spesso finivano con la caccia all´indios...), si sviluppavano per via fluviale, avevano una durata maggiore per via della enorme distanza (dalla costa al Mato Grosso, o piú su), e come le altre, spesso con esiti fatali per tutti i partecipanti. 
Ed i partecipanti alle monçoes, potevano anche arrivare al considerevole numero di 
800 persone!
Di cui magari ne tornavano a casa, dopo 2 o 3 anni, solo 2.

Ecco, queste sono le monçoes, brevemente.
Quindi, nulla di metereologico, era solo un termine che mai avevo sentito prima, e che ho scoperto essere sconosciuto a quasi tutti qui in Brasile.

Alla fine, quindi, scoperto l´equivoco, e fatte pure un po´di risate via Skipe, ci siamo concentrati sull´oggetto di tanto interesse: la casacca.
Giustamente, l´archeologo mi ha fatto notare che di reperti quasi sicuramente ve ne 
saranno ancora molti altri.
Anche perché il ritrovamento é stato fatto proprio dove lui giá immaginava fosse transitata una famosa monçoes, di cui peró non si é saputo piú nulla, proprio perché nessuno dei 300 partecipanti é piú tornato a raccontarne le gesta.

Forse da me ci si aspettava che tornassi lí a fare un´altra cercatina.
Ma avrei potuto solo se avessi vinto al Supernalotto, oppure se qualcuno sborsasse
i soldini, altrimenti nada de nada.
Quello che ho potuto fare, l´ho fatto.
Oramai per me se ne parla il prossimo anno, se tutto va bene.

Insomma, la tanto snobbata casacca sembra essere il primo ritrovamento di una carovana di disperati di fine 1600, che misesi alla ricerca dell´oro, in quel del Mato Grosso do Sul,
finirono i loro giorni, probabilmente divorati dagli indios cannibali, o per le 
numerose febbri, o uccisi dai giuaguari, dai caimani, dai serpenti, o dalla fame.

Il rammarico é di non essere stato ascoltato e supportato quando ho scoperto 
queste cose.
Forse credendoci di piú avrei tirato su ancora qualcosina.
Sarei rimasto ancora lí, perlomeno un´altra settimana.

Pazienza, quello che doveva essere fatto, da parte mia é stato fatto.
Ora la strada é aperta, non mi resta che attendere i risultati che gentilmente mi verranno inviati nei prossimi mesi, di una ricerca che verrá compiuta a partire dai primi di giugno.

Non mi sembra poco, giusto?

Alla prossima.



© 2013 by "Dino Conta

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