domenica 30 settembre 2012

Eike Batista: uno di noi.


Fra i dieci uomini più ricchi del pianeta, vi è il brasiliano Eike Batista.

Mi hanno sempre incuriosito queste persone di gran successo, non tanto per i soldi che riescono ad accumulare, ma per la loro caparbietà nel raggiungere il loro obiettivo.
Secondo me, quindi, non sono da invidiare, ma da ammirare.
Due concetti differenti.


Eike Batista ho avuto il piacere di incontrarlo 2 anni fa ad una festa privata,
a Belo Horizonte in Brasile, dove mi trovavo in ferie.
Di lui mi ha colpito subito la sua semplicità e disponibilità nel parlare
 con chiunque, anche con me, distante anni luce dal suo reddito.

Parlandoci notai subito la sua abbronzatura tipica di noi cercatori: 
nuca e fronte alta bruciata dal sole.
La stessa mia abbronzatura!
La battuta fu spontanea: "Abbiamo una cosa in comune".

Batista, sorridendo, mi dice che per uno che va per campi ancora oggi a caccia
di prove dell'esistenza di ORO o minerali interessanti, la cosa è normale.
Cosa?
Uno degli uomini più ricchi del mondo, che sta costruendo dal nulla un porto in Brasile,
con annessa città, fra le opere di ingegno più spettacolari di sempre, va ancora sul campo
a caccia di ORO?
Sì, Eike Batista è un cercatore d'oro!
Non armato di metal-detector (e neanche di Super-Drenella), ma solo (per così dire)
di spirito di osservazione e tanto, tantissimo fiuto. 


La conversazione non poteva durare più di 5 minuti, l'ospite di riguardo era richiestissimo
da tutti, ed ognuno di loro più blasonato del sottoscritto.

Ma la curiosità mi stava divorando.
E chiedendo in giro, in Brasile Eike Batista è un mito vivente, cercando in Rete,
ho scoperto cose su di lui che non avrei mai sospettato.

Non posso certo scrivere qui la sua Biografia, non nello spazio ristretto di un Blog.
Ma cercherò comunque, in poche parole, di descrivere come quest'uomo sia riuscito
a vincere in un campo che ricorda più la corsa all'oro del Klondike, che altro.

Batista ha iniziato ad interessarsi all'oro, leggendo semplicemente un articolo
su una rivista brasiliana in cui si parlava delle miniere in Amazzonia.
Da ragazzo di buona famiglia quale era, ha avuto il coraggio di prendere il primo volo
ed atterrare in mezzo ai più pericolosi cercatori d'oro: i Garimpeiros.


Una volta capite le potenzialità di certe miniere, Batista ha avuto l'arguzia di non
limitarsi ad una ricerca parziale, da Garimpeiro, ma di portare la logistica tipica delle grandi miniere americane, in  mezzo alla foresta più fitta e pericolosa del  mondo: l'Amazzonia.
Aerei da trasporto, grandi macchinari, personale qualificato, e senza farsi mancare
 un piccolo ospedale da campo, la sicurezza, etc.
Iniziando da zero...o quasi.
A dirla tutta, un prestito iniziale di 500mila dollari c'è stato.
Ma questo dettaglio non fa che rafforzare l'ipotesi che queste persone hanno una
marcia in più rispetto agli altri.
Quanti di noi avrebbero osato? Quanti avrebbero chiesto tutti quei soldi per
andare a scavare in miniere, invece che farsi un mutuo per la casa? Nessuno.
La storia di Batista prosegue con altri clamorosi successi
che vi annoierei, forse, elencandoli.
Quello che vorrei ancora una volta sottolineare, come un uomo di questo tipo,
con così tanto denaro,
abbia fondato la sua fortuna sull'intuito tipico di noi cercatori, perlomeno di quelli veri.
Sulla ricerca sul campo, ancora oggi!
Sul non dare per scontata ogni cosa. Sulle emozioni, sull'essere un sognatore.
Tutte qualità tipiche di un cercatore di nascita.
Eike Batista: uno di noi.

Alla prossima.

© 2012 by "Dino Conta"

giovedì 27 settembre 2012

Squali bianchi e altri squali: pericoli in mare per noi cercatori.

Non voglio assolutamente fare dell'allarmismo, e sottolineo che sono un
amante degli animali.
Tutti!
Ma i pericoli a cui possiamo andare incontro durante una cercata,
non possono essere taciuti.

Quest'estate per ben due volte mi sono trovato faccia a faccia con
uno squaletto, mentre ero circa quindici metri dalla battigia, e
ad una profondità comunque bassa, circa 1,60 mt.
Dall'aspetto sembravano essere delle Verdesche a caccia di spigolette,
che infatti in tutti e due i casi erano nei paraggi.

Si può essere coraggiosi quanto si vuole, ma essere 'toccati' dalla pelle fredda
di uno squalo lungo circa un metro e mezzo, fa una certa impressione.
Anche perché il contatto non sembrava fortuito, ma un vero e proprio
corpo-a-corpo esplorativo.

L'acqua marrone scuro di Fregene avrà favorito questo tipo di contatto,
credo che in acque limpide lo squalo si sarebbe accontentato di una
rapida occhiata, senza farsi notare.


Debbo dire che nel dubbio sulle sue reali intenzioni, e senza aspettare
magari un assaggio esplorativo, me ne sono andato via dall'acqua,
e pure velocemente.

Sono anche un subacqueo provetto, e di squali nel blu ne ho visti tanti,
anche di enormi dimensioni (non in Italia).
Ma nel blu, cioè in acque profonde, lo squalo ti ignora, va per la sua strada.
Non spreca il suo tempo con una preda che non conosce.

In un'acqua quasi melmosa, come quella di Fregene, e a profondità quasi nulla,
non si hanno molte possibilità di fuga o di passare inosservati agli
occhi di un pesce a caccia di prede.
Magari non ti sbrana, anzi sicuramente no, ma un morso alla coscia
credo che non farebbe piacere comunque.

Se a qualcuno può sembrare assurdo parlare di squali qui in Italia,
ricordo che il nostro paese, è uno dei tre paesi al mondo dove i
famosi squali bianchi sostano per partorire!

California, Sud-Africa e Italia, esattamente fra Sicilia e Malta,
questi i tre luoghi prediletti dagli squali bianchi per mettere
al mondo i loro pargoli.

In Italia gli squali bianchi sono attratti irresistibilmente dal passaggio
dei tonni rossi, ed è per questo che hanno preso casa da noi.

E negli ultimi anni si è aggiunto un particolare agghiacciante,
di cui nessuno parla, penso per ignoranza o colpevole omissione:
il naufragio dei numerosi battelli di disperati che attraversano il Mediterraneo
per venire in Europa! 

Ci siamo abituati a sentire cifre spaventose senza batter ciglio:
150 dispersi in mare una volta; la settimana dopo altri 200, etc..
E tutti nel santuario dello squalo bianco italiano.
Dove credete che vadano a finire questi poveri resti?
Arrivateci da soli alla risposta.
Sì, è brutto dirlo ed anche pensarlo, ma è così!
E' un dato di fatto che gli avvistamenti di squali, bianchi e non,
sono decuplicati nei mari italiani negli ultimi anni.
Molti i video amatoriali, subito smentiti in maniera anche goffa da chi non
vuole allarmare i bagnanti.

D'accordo, di attacchi mortali non ve ne sono, se non uno ogni tot anni,
perlomeno ufficialmente.
Ma ignorare questo fenomeno mi sembra colpevole.

Come è curioso, perlomeno, che non ci sia praticamente nessuno
che studi questi splendidi animali, o che magari decida di trarne
un vantaggio economico, intendo turisticamente parlando.
Immaginiamoci solo un Tour per conoscere gli squali bianchi più da vicino,
magari nell'isola di Favignana, zona particolarmente cara ai nostri amici squali.
Non pensate ci andrebbe molta gente?
Io credo di sì.

Ma qui da noi in Italia si tende purtroppo a nascondere tutto sotto il tappeto, ignorando gli effetti positivi che ci sarebbero con una cultura più partecipe.

Non voglio dilungarmi su quei casi di scomparsa in mare che incredibilmente ancora oggi non vengono classificati come attacchi mortali di squali, sicuramente
per non alzare la media degli attacchi, colpevolmente e volutamente tenuta
bassa per non compromettere l'industria del Turismo
 (che invece ne guadagnerebbe con un'informazione più precisa).

Ripeto: non voglio creare allarmismo.

Riporto quella che è una realtà, una splendida realtà se fosse gestita
da persone competenti.

E ritornando al nostro mondo cercatorio (cavoli se mi sono dilungato!),
ragazzi attenzione, può capitare davvero ad ognuno di noi di ritrovarsi
accanto uno squaletto affamato mentre stiamo mescolando nel torbido
con la nostra drenella o metal-detector.
Magari avvicinatosi proprio perché gli stiamo agevolando la sua caccia
facendo scappare verso di lui le spigole o le sogliole.

Cosa fare in questi casi?
Intanto quando andate a cercare, comunicate sempre a qualcuno di fiducia
dove andrete esattamente.
Questo almeno farà ritrovare i vostri resti con più facilità...eh..eh..eh...scherzo!!!

E poi se sarete così fortunati di avere un incontro ravvicinato dello squalo tipo,
l'unica cosa da fare è: VIAAAAAAAAA........

Così, senza pudore.

Alla prossima.

© 2012 by "Dino Conta".



mercoledì 26 settembre 2012

Cosa dice la Legge.

In tanti si chiedono a cosa possono andare incontro cercando con la Super-Drenella.
Che a tutti gli effetti, agli occhi del profano, altro non è che una super-tellinara.
Anzi, neanche super, perché è pure più piccola della tellinara tradizionale.

Un regolamento c'è, a cui far riferimento: Regolamento (CE) 1967/2006.

Senza che vi leggiate le decine di pagine, vi dico subito che qui nel Lazio, la ricerca con la tellinara semplice è permessa.
Massimo del raccolto: 5 Kg. di telline.
Orario in cui poter cercare: dalle 19,oo sino alle 8,oo di mattina.

Nelle altre Regioni non so, bisogna che vi informiate per bene,
magari in Capitaneria di Porto.

Avete letto bene gli orari?
Sì, durante la stagione balneabile, cioè quando le spiagge sono frequentate,
non vi azzardate a cercare al di fuori degli orari indicati.
La multa per i trasgressori è salata, e c'è anche il sequestro della tellinara
con tutti gli annessi e connessi del caso.

Voi direte "Ma io non cerco telline!!!".
D'accordo, ma che vigila sul rispetto delle Leggi, e non solo loro, non lo sanno.
Vedono un tizio che ravana in acqua e che lo fai fuori dagli orari preposti,
chiamerà la Capitaneria.
Magari perchè proprio lui è un tellinaro, e tu stai nella 'sua' zona...
Io mi attengo a queste regole, in maniera maniacale durante la bella stagione.
Anche se l'anno scorso ho parlato con la Capitaneria della zona dove cercavo, facendo presente che non pescavo telline, mi hanno consigliato comunque di rispettare gli orari, onde evitare chiamate di qualcuno.

E pensare che le telline le ributto tutte in acqua!
Non mi piacciono, mia moglie non cucina i molluschi ed il pesce
(dice che impuzzoliscono la cucina).

Potrebbe sembrare un limite, quello di rispettare gli orari, ed invece è una bella notizia.

A ben pensarci, la ricerca col metal-detector non ha, qui in Italia,
uno straccio di regolamentazione.
Quello con la tellinara sì. Tanto vale attenercisi.

Inutile dire che se anche voi non vi cibate di telline, dovete ributtarle subito in mare,
prima che muoiano.
E a dirla tutta, anche se vi piaccino le telline, buttatele comunque in mare.
Tenerle significa entrare in competizione con i tellinari di vecchia data, che magari ci campicchiano con i 5 Kg. di telline a cercata.

Per noi è un hobby, non un lavoro, non andiamo ad invadere con prepotenza settori
che non ci appartengono.
Vedrete che dicendo la verità al tellinaro che vi squadra da quando siete arrivati in spiaggia armati di Super-Drenella, dicendogli quello che davvero cercate e che non vi interessano
le telline, lo conquisterete e vi potrà essere d'aiuto, un domani.

Bene, avete capito: cercherete in quegli orari, non farete danni,
ributterete le telline in acqua, le varie schifezze, come ferri arrugginiti
e pericolosi pezzi di vetro, nel cestino.


E, soprattutto, avete trovato un monile d'oro (o più di uno)!!
Che faccio?

Anche qui la Legge parla chiaro: dovete consegnare l'oggetto alle
Autorità competenti, entro 24 ore.
In pratica, dovete andare dai Carabinieri, la Stazione non importa, può essere anche quella vicino casa vostra se vi è più comodo, denunciare il ritrovamento, e dopo aver consegnato l'oggetto ritirare una ricevuta.

In anni di questa procedura, non mi è mai capitato che qualcuno reclamasse l'oggetto come suo, ma se capitasse, avreste fatto un'opera buona, ed avreste comunque diritto ad un riconoscimento stabilito per Legge.
La cosa può sembrare macchinosa, ma non lo è.
Il tutto avviene in pochi minuti, ed il mio consiglio è quello di rivolgersi sempre alla stessa Stazione di C.C., onde evitare ogni volta di dare mille spiegazioni in merito.
Attenendosi a questa semplice regoletta di convivenza civile, ci sarà anche un bonus aggiuntivo: l'oro in questi ultimi anni non fa che aumentare di prezzo, e ritirarlo dopo un anno significa avere un valore maggiore dell'oggetto ritrovato.
Non male vero?

Personalmente fotografo tutti i ritrovamenti prima di consegnarli per il "letargo" annuale.
Fotografo anche gli oggetti apparentemente senza valore, cioè tutto quello che trovo, spesso quando ancora nella drenella. Un bracciale in acciaio inox che non ha nessunissimo valore, potrebbe essere un reperto prezioso per chi magari sta cercando testimonianze di uno scomparso o altri casi del genere.
Non devi essere tu a deciderlo se vale la pena o meno di consegnarlo alle Autorità, e la Legge, te lo ricordo, non parla solo di oggetti di valore!

Non parliamo poi di oggetti pericolosi!
Avvertire subito il 112 in caso di ritrovamenti di esplosivi!
Non è un fatto raro in mare.
Due anni fa, mentre cercavo col metal-detector in spiaggia di sera, ho trovato una cassetta di metallo e plastica, a circa 40 cm. di profondità.
Incuriosito l'ho aperta:  all'interno c'era una pistola lancia-razzi di segnalazione, e vari razzi di una certa dimensione, tutti ossidati.  Potevo fegarmene e lasciarla lì dov'era, ma non l'ho fatto.
I C.C. intervenuti mi hanno ringraziato per averli avvisati, e le mie 'quotazioni' fra i Gestori di stabilimenti di quella zona, sono salite.

In tanti anni, ancora non ho riscontrato un risvolto negativo nel rispettare le regole di convivenza civile, mentre cercavo (e non solo).

-Basta poco che ce vò???-


Alla prossima.

© 2012 by "Dino Conta".



martedì 25 settembre 2012

Super-Drenella: le misure!

A grande, grandissima richiesta, ecco a voi le misure delle mie SUPER-DRENELLE.

Attualmente sono due i modelli che sto utilizzando.
La più piccola ha una lama da 7 centimetri per andare ancora più a fondo.
Sicuramente più faticosa da gestire, ma è quella che mi dà soddisfazioni maggiori.

La rete è la stessa per tutte e due, ed il foro è largo al massimo mezzo centimetro.
Questo è un dettaglio importantissimo.
Fare la rete con maglie più larghe avrebbe significato meno fatica, molta di meno.
Questo perché la sabbia sarebbe scivolata via con facilità.
Ma significa anche perdere i target, soprattutto le famose catenine, che sono il nostro
obiettivo principale.

Il moschettoncino delle catenine deve rimanere bloccato dalla rete, altrimenti tanto vale
cercare col metal-detector.
Comunque, liberi di provare una maglia leggermente più larga, magari meno fatica
equivale a più ore di cercata, e più ore di cercata significano più probabilità di
trovare dei target.
Questo dovete deciderlo voi, soppesare i pro ed i contro.

Ora lasciamo parlare le immagini delle due mie Super-Drenelle:


Questi sopra sono i due manici intercambiabili fra le due Super-Drenelle, in quanto stesse le misure degli alloggiamenti. Il manico più corto misura 121 cm. di lunghezza, quello lungo cm. 152 ed ha due fori distanti 12 cm. fra loro, per poterlo rendere più corto.
Diametro dei manici cm. 2,4 per ognuno.

Come vedete mi sono inventato la presa orizzontale!

E' stata un'idea spettacolare.
Le mani, le braccia, non rimangono in una posizione innaturale durante la ricerca,
si cerca di più, e soprattutto non si rischiano problemi seri alle articolazioni.
Fate anche voi così.
La lunghezza della presa con i due cosi in gomma è di 31 cm.


Qui sopra la piccola.

Lunghezza cm. 60,5 come detto prima la lamina aggiunta è di 7 cm.
Altezza 23 cm. Profondità cm. 27
L'alloggiamento per il manico è lungo 25 cm.

Ancora la piccola qui sopra.
E qui sotto.


Ed ora la Drenella grande.
La lunghezza è di cm. 70,5
Profondità di cm. 29,Altezza cm. 22
Alloggiamento del manico cm. 35
Non ha la lamina, quindi affonda di meno. Sarebbe impossibile per una drenella così larga
e con una lamina, trascinarla in acqua. Neanche pensateci a mettere una lamina in una del genere.
Eccola in dettaglio:

Ancora:
Ultima foto della S.D.D.D.C. grande:

Spero di essere stato utile.
Logicamente ognuno potrà armeggiare con le misure a suo piacimento.
Io già sto pensando ad una drenella ancora più piccola, più stretta, con lamina
dentata tipo rastrello.

Se realizzate una Drenella, magari mandatemi una foto, così le confrontiamo.

Alla prossima.
© 2012 by "Dino Conta".




lunedì 24 settembre 2012

Truffe al TUNGSTENO: giallo sì, ma non è ORO!

Un fenomeno in rapida crescita e di cui poco si parla:

il Tungsteno spacciato per oro vero!

Forse in Rete se ne parla volutamente poco proprio per non dare idee
'brillanti' ai vari Totò-Truffa di ogni nazionalità e specie. 

Ma così si rischia di non allertare l'onesto che non sa.
Addirittura i numerosi addetti dei vari COMPRO-ORO spesso non sanno.

E' ora che sappiano.

Tungsteno: http://it.wikipedia.org/wiki/Tungsteno

Hai letto a cosa serve, e pensi sia un innocuo materiale per i filamenti
delle lampadine elettriche.


Sei rimasto all'epoca dell'oro falso uguale ottone, e ti senti al sicuro perché
credi di saperlo riconoscere da lontano un miglio il cosiddetto "Oro di Bologna".

Be', intanto sappi che ancora migliaia di tuoi concittadini si fanno
fregare da acquisti incauti per le strade della tua città, proprio da fedi
in ottone spacciate per oro vero.
Ora però si aggiunge il temibile Tungsteno.

L'impercettibile differenza di peso specifico rispetto all'oro, la lavorazione ad arte,
possono fare di un lingotto o di un gioiello al Tungsteno, un oggetto facilmente
spacciabile per oro.
Si parla addirittura di truffe internazionali, da centinaia di lingotti d'oro, che oro non sono.

Ma quello che ci riguarda più da vicino è l'invasione del gioiello, della fede al Tungsteno.
I Maestri in questo campo sono i cinesi.
Anche perché questo materiale si estrae in gran parte proprio in Cina.

Basta cercare in Rete i termini -TUNGSTENO- e -CHINA- per apririsi di fronte
a voi un mondo sconosciuto di ditte cinesi che vendono gioielli al Tungsteno,
del tutto identici per fattezze, colore, brillantezza e peso specifico, all'ORO.


L'avvertenza finale, che troviamo in quasi tutti i loro siti-web, di non usare i gioielli
al Tungsteno per scopi illegali, ci dà l'ulteriore conferma dell'uso che molti
nel mondo ne fanno.
E magari invogliare all'acquisto, il truffatorello che ancora non ci aveva pensato.

Quindi: massima attenzione!

Il mondo è pieno di lingottini in Tungsteno con copertura (anche spessa) di
una lamina d'oro.
Se l'andate a grattare e fare la prova dell'acido, il responso sarà positivo.
Ma sotto quella lamina si nasconde un blocco di Tungsteno....anche lui
pagato a peso d'oro!

Non sono al sicuro gli addetti al lavoro, figuriamoci i non.

Il pericolo truffa è altissimo, spesso anche oggetti acquistati da persone in buona fede possono nascondere l'insidia Tungsteno.

Non c'è un consiglio vero e proprio da dare, se non quello minimo ed indispensabile
che vale per ogni cosa: non acquistate incautamente.

Incrociamo le dita con la speranza che i reati di truffa siano, una volta per tutte,
colpiti molto più duramente in questo nostro paese.

Alla prossima.


© 2012 by "Dino Conta"

sabato 22 settembre 2012

Primo Metal-Detector: voglio iniziare a cercare!

Voglio parlare un po' di metal-detector.

Orientare il principiante nella scelta iniziale.

Hai voglia di iniziare, ma non sai quale comprare, giusto?
Senti ripetere come un mantra "ACE-250...ACE-250...ACE-250...".
E vada per l'ACE-250, te lo confermo senza tanti giri di parole.
Stai leggendo qui e lì, e non voglio tediarti con noiose motivazioni
tecnico-elettroniche.

L'ACE è un metal ottimo per iniziare, anche se potrebbe tagliare le gambe a molti.
Perché?
Perché per un principiante ritrovarsi il suo primo metal-detector che continua
a dare falsi segnali, magari appena la piastra 'sbatte' contro l'erba alta,
potrebbe essere un problema.
Un problema serio se nessuno ti ha mai detto che è normale,
che devi abbassare la sensibilità, che insomma il tuo orecchio si deve abituare
a questo scomodo inconveniente.

Non aspettarti prestazioni eccezionali però!

La gente ti ripete ACE-250 perché già sa in partenza di non sbagliare, di non fare brutta figura, vuole apparire più esperta di quello che in realtà è.

Ripetono pedissequamente, quindi, quello che è stato detto loro a suo tempo.

Non fosse così, qualcuno più coraggioso potrebbe consigliarti
un altro metal, senza soglia rumorosa e con una individuazione di target più precisa.
Con l'asta telescopica, e volendo cuffia wire-less.

Parlo del metal-detector XP ADX-150.

Costa poco di più, ma è un metal che nessun cercatore sbologna
dopo un annetto di ricerca, come invece succede con l'ACE-250.

Eh sì, perché una domanda da porsi è questa: come mai se
l'ACE è tanto buono come tutti dicono,se lo vendono per farsene di corsa un altro?

Se è così buono tenetevelo per tutta la vita, giusto?
Oppure non sanno proprio cosa consigliarti, e ripetono il mantra del
cercatore (ACE-250...ACE-250...ACE-250..)??

Insomma, per farla breve, non ti fossilizzare sul metal-detector che tutti dicono.

E cosa ancora più importante per te principiante: scegli la modalità d'uso!
Che intendo?

Voglio dire, se decidi di cominciare subito a cercare in acqua
(cosa che ti sconsiglio!), compra un metal adatto all'uso in acqua,
non uno che va bene per tutto.

Anzi, sarò perentorio: NON comprare subito un metal-detector che va solo in acqua.

Non hai mai provato questa modalità di ricerca, e non sai se ti piacerà.
Rischieresti di buttare al mare (eh..eh..eh..) i tuoi tanti soldini.

Il metal sub, infatti, costa molto di più rispetto ad uno terrestre. 

Inizia come fanno tutti, con i metal suggeriti sopra, o altri della stessa fascia
di prezzo.

Non ti allargare. Non sai ancora se ti piacerà.

Credo che il suggerimento di non iniziare spendendo cifre iperboliche,
sia il suggerimento principe, valido per tuti gli hobbies.

E scegliere un 'campo di battaglia' più semplice sia la cosa migliore da fare.

Quindi, non acqua, sì spiaggia e terra.

Non fate come feci io tanti anni fa, che comprai come primo metal-detector
un Fisher CZ sub complicato da capire e da usare.
E che non sapevo neanche da che parte iniziare per cercare in acqua
(ancora non esistevano i Forum ed i Blog).

Lo lasciai buttato in cantina per tre anni, prima di venderlo a due Lire....

Valuta bene l'uso, la tua modalità, non voler strafare da subito, non spendere
troppo al primo acquisto.

Ma neanche troppo poco!

Difatti, quasi dimenticavo, chi ti suggerisce l'acquisto di un metal-detector
Made in China, magari dicendoti che è la copia esatta di questo o quello,
vuole proprio eliminarti dalla scena cercatoria!

Una strategia arguta quando cominciano ad essere troppi i cercatori...

Alla prossima.

© 2012 by "Dino Conta".

venerdì 21 settembre 2012

Da dove ho scovato l'idea?

I miei amici mi chiedono spesso come mai ho optato per la ricerca
con una rete per tellinari modificata, la Super-Drenella.
Dopo tanti anni di metal-detecting in effetti è strano.

Mi trovavo in Brasile qualche tempo fa, e cercavo col metal-detector in spiaggia.
Una ricerca difficile perché la gente, soprattutto ragazzini,
non smettono un attimo di seguirti.
Domade su domande, e non mancano mia i gradassi che vorrebbero fare i furbetti.
La sera, poi, è impossibile, troppo pericoloso e delle volte proibito
anche avvicinarsi alle spiagge per disposizione della Polizia,
sempre per motivi di sicurezza.


Comunque, durante la ricerca mi si avvicina un tipo simpatico e
desideroso di attaccar discorso.
Cerco di non dargli troppo retta, voglio continuare a trovare
i numerosi target che giacciono lì da anni, vista la quasi totale mancanza di concorrenza.
Ma il tizio ad un certo punto mi fa: "Con quel coso in acqua non ci fai niente!".

Non posso non rispondere...

(Premetto che parlo molto bene il portoghese).

Sì -dico- può darsi che con questo no (avevo il Mito XP, e come sappiamo non va in acqua), ma con altri subacquei ti assicuro che ti ritrovo pure il dente d'oro di tua nonna!

La mettiamo sul ridere, e dopo qualche battutina provocatoria, da una parte e dall'altra,
Marcos, questo il suo nome, fa spuntare da una barchetta rovesciata che stava lì in spiaggia, un modello di tellinara per la ricerca dell'oro in mare!

Faccio la conoscenza, per la prima volta, di questo inusuale metodo di ricerca!

La mia reazione è stata quella che molti hanno anche
con me: "Ma che devi prepararti gli spaghetti con le vongole?".

Ma Marcos, senza neanche degnarsi di rispondere alla mia infelice battuta, mi porta in battigia e mi fa vedere come si usa, aggiungendo: "Giorni fa ho trovato 4 catene d'oro
in 3 ore di lavoro (così lo chiamano lì) e due orologi da Gringos (da stranieri)".

E comincia a cercare.
A differenza di quelle che uso io, la sua aveva un manico molto più lungo
(niente sorrisini, please), e la rete fatta in maniera molto approssimativa,
ed anche le maglie molto larghe.

Ma efficace!

Eh sì, perché proprio con me lì a guardare, il caro Marcos, ha tirato su:
una catena d'oro abbastanza pesante; due paia di occhiali, oramai inutilizzabili;
e una marea di monete brasiliane di tutte le epoche.

Abbastanza per smettere di cercare col mio metal, e prestargli tutta l'attenzione!

Mi sono fatto spiegare la tecnica, ho conosciuto altri come lui, che nel frattempo
erano arrivati incuriositi dal mio metal-detector, e con la promessa di offrire una birra a tutti, ci siamo rivisti il giorno dopo, quando senza metal, avrei potuto provarci pure io
con più tranquillità.

Il mio 'stage' alla fine è durato ben 5 mattinate, pagato con birre e pranzo finale.
Ma ne è valsa la pena, non solo per il divertimento, ma perché mi ero reso conto
che questa tecnica, oltre il Brasile e in piccola parte anche negli USA,
non è per niente nota nel resto del mondo!

A me sembrava la scoperta dell'acqua calda, eppure mi rendo conto ora che le persone
faticano a prendere sul serio questa metodologia.

Che, questo lo dico e lo ripeto: non vuol dire sia meglio della ricerca col metal-detector,
vuol dire solo che è un'altra metodologia, magari mirata alle
catenine d'oro, che nessun metal-detector sente.

E scusate se è poco....

Alla prossima.

© 2012 by "Dino Conta".