sabato 1 dicembre 2012

Fabbricanti di Metal-Detector: dove e perché. SECONDA PARTE.

SECONDA PARTE

E in Italia?
Possibile che nel paese con la più alta presenza al mondo di reperti archeologici,
la nazione ove si stima vi siano ancora migliaia e migliaia di tesori nascosti di tutte
le epoche, la Penisola con chilometri e chilometri di spiagge, a nessuno gli sia
balenata l'idea di mettersi a fabbricare i metal-detector, per farne un business
di tutto rispetto?

Sì, qualcuno c'ha pensato.
La CEIA  è un'azienda italiana che realizza strumenti principalmente mirati alla bonifica
degli ordigni bellici. E non intendo solo quelli della II G.M.
Anzi, in un mondo ove in questo momento contiamo perlomeno 150 conflitti, il lavoro di sminamento non manca mai.
I loro metal-detector sono realizzati con questo scopo specifico, quindi poco adatti,
o per niente, al nostro tipo di ricerca hobbistico.
Visto poi il peso dello strumento, ed in alcuni casi, la sua complessità.
I modelli richiudibili della CEIA, però, attirarono la mia attenzione, non tanto per le sue specifiche tecniche, ma proprio per questa innovazione di uno strumento facile da
aprire e richiudere.



Non tanto tempo fa, quindi, decisi di scrivere una e-mail alla CEIA, se non altro per
sapere come mai non avessero mai pensato al settore hobbistico.
Se fossi io non al corrente.
Ricevetti subito dopo una telefonata (avevo lasciato tutti i contatti nella mail),
molto cortese, di un ingegnere di questa azienda.
Mi spiegò con dovizia di particolari tutte le specifiche tecniche dei loro metal-detector,
il perché non possono essere utilizzati, principalmente, per un uso hobbistico.
D'accordo, pensai, va bene.
Ma francamente rimasi un po' sbalordito quando gli chiesi se non pensavano di creare uno strumento meno potente, più leggero, più specifico per noi cercatori della domenica. 
Il mio interlocutore mi rispose facendomi intendere che il mondo dei cercatori non gli interessava, la loro politica aziendale escludeva di fatto il settore hobbistico, e questo
perché lo ritenevano un mondo poco trasparente, quello dei cercatori nostrani!
E neanche la pubblicità dei Forum, cioè non avrebbero gradito il solo pur parlarne nelle discussioni forumistiche.
Ne presi atto, e mi resi conto di quanto ancora ci fosse da fare per sdoganare questo
hobby da quell'aura di illegalità che spesso lo circonda, se addirittura un addetto
ai lavori la pensava così.
Ma allora, perché tanta pubblicità?
Il loro nome salta fuori appena si clicca la  parola "metal-detector" in Rete.
Magari avranno cambiato idea. Magari!
Eh sì, perché è una azienda di tutto rispetto, con strumenti eccezionali, e potrebbe tranquillamente dare del filo da torcere a tutti i concorrenti del mondo, se lo volesse.
Ma non lo vuole!
Il settore Sicurezza e quello della bonifica degli ordigni, sembra li impegni totalmente,
con successo d'altronde.


Se mi leggessero, e nel frattempo fossero cambiati i loro orizzonti, felice di
modificare quello che ho scritto.
Basta contattarmi all'indirizzo e-mail inserito fra le mie note personali.

E poi in Italia?
Il buio, dopo questa bella Ditta di successo, che però non si preoccupa di noi cercatori amatoriali (così mi sembra perlomeno), c'è il vuoto.
Ed invece il nostro paese meriterebbe di più.



Il massimo che vedo in giro, sono metal-detector cinesi con packaging
parziale italiano.
Eppure gli italiani sono dei fissati con l'elettronica, tantissimi saprebbero montare e smontare un metal-detector ad occhi bendati, senza fare errori.
Manca lo spirito imprenditoriale!
Colpa delle troppe tasse, della difficoltà nello START-UP
Per aprire una fabbrica in USA bastano 11 firme, in Italia ne servono ben 1090!
Sì hai letto bene!
Capito perché nonostante il nostro Genio sia insuperabile, ci facciamo superare
da chiunque?

Qualcuno ha voglia di creare una propria linea, un'azienda di metal-detector tutta italiana?
Dai ragazzi, osate, buttatevi! Non è impossibile. E questo hobby sta diventando molto popolare. Non è più un hobby di nicchia, come si pensa, perlomeno non lo è più già
dagli ultimi 2 anni.


Bene, con L'Italia mi sono allungato un pochettino, e quindi termino qui la seconda parte dedicata ai paesi fabbricanti di metal-detector, e le motivazioni che spingono o non spingono a realizzarli.

Nella prossima puntata penso di parlare del Brasile, ed altre realtà.
Alla prossima.


© 2012 by "Dino Conta"