venerdì 25 ottobre 2013

Mimetismo nella ricerca con il metal-detector.

Tantissimi mi scrivono per chiedere consiglio su cosa indossare
quando si va a cercare.
Ne ho già parlato diffusamente, in vari post.
Ma evidentemente volete più dettagli.

Sulle scarpe ne ho parlato ben bene, quindi non ci ritorno.
Sull'abbigliamento, dico subito che è molto soggettivo, e che non c'è 
un 'giusto' o un 'sbagliato'.
Uno stesso cercatore, d'altronde, può cambiare idea, e quindi tipo di 
vestiario, nel corso degli anni.

Io stesso non ho mai indossato capi mimetici per moltissimo tempo, ed 
ora, invece, qualche cosa la metto.
Non da capo a piedi, come moltissimi fanno, ma qualcosa, e non sempre.

L'utilità dei capi mimetici è innegabile, ed inoltre hanno il pregio di costare relativamente poco.

Le camicie mimetiche che ogni tanto indosso, le ho pagate 3 Euro!
Un motivo sicuramente valido per vestirsi in questo modo.

Certo, sarebbe ridicolo, ed anche controproducente, andarsene a cercare al mare vestiti come se si fosse in appostamento in Afghanistan.




Si finirebbe per allarmare coloro che non hanno la più pallida idea di 
quello che stiamo facendo realmente.
E magari potrebbero pensare che sotto i loro piedini di bagnanti, si nascondano pericolose bombe.
Quindi, in questo caso, consiglio un profilo basso, bassissimo.
Vestiti come si vestirebbe una persona qualunque che va a raccogliere 
delle conchiglie.

Il discorso cercare in campagna, o nei boschi, è diverso.
Qui è d'obbligo un abbigliamento più resistente.
Ma resistente non vuol dir per forza invisibile agli occhi dei più, e 
quindi mimetico.

Anzi, delle volte sarebbe meglio esser visti anche da grande distanza.
In caso di smarrimento nei boschi, per esempio.
O se per ipotesi, neanche tanto assurda, vi capitasse di trovarvi per 
sbaglio nel bel mezzo in una battuta di caccia al cinghiale.
Qui i proiettili fischiano sul serio, e a distanza ravvicinata, meglio far 
presente in ogni maniera che ci siete pure voi, e che non avete nessuna intenzione di finire impallinati.

Chi scegli il mimetico può avere anche altre motivazioni, oltre a quelle, 
sane, della comodità e della praticità.
Magari non ha fatto la Naia e vuole sentirsi soldato per un giorno.




Forse però dietro l'apparenza da duro e puro in mimetica, nasconde
molta fragilità e timore.
Paura di esser visto, che gli si vada a chieder conto di quello che sta facendo.

Secondo me questo ragionamento, magari inconscio, è sbagliato.
Non è più tempo di nascondersi.
Non stiamo facendo nulla di male (parlo di chi rispetta la legge, è logico), e
numericamente siamo così tanti, che è davvero assurdo pensare di passare inosservati sempre ed ovunque.

Meglio che i non-cercatori si abituino a vederci, e a capire che si tratta di un hobby come un altro.

Va bene allora la mimetica, magari senza esagerare, ma che sia indossata solo per la praticità, e non per difesa.

Se penso a difendermi, infatti, trovo implicito che sia giusto attaccarmi.
Ed io, come spero tutti voi, non penso sia giusto attaccarmi.
Non c'è motivo.

Inoltre, in quanto cercatore, mi sento particolarmente forte, poiché ho 
dalla mia il Dio dei Cercatori.
Non sono quindi né fragile, né tantomeno timoroso.
Perché allora dovrei difendermi, da chi, o da cosa?

Sarebbe un quadro davvero preoccupante se la mattina in cui decido di andare a cercare, come prima cosa pensassi a difendermi 'da quelli lì fuori', e mettessi la mimetica come fosse una corazza contro il destino ingrato.

Cercatore, se pensi questo, hai bisogno di cambiare i tuoi pensieri, prima 
che i tuoi vestiti.

Difenditi in questa maniera, e vivrai sempre sulla difensiva, e pensando di difendere te stesso, sei tu per primo che attacchi la tua mente.

Non hai bisogno di difese, perché non c'è nulla di sbagliato in ciò che fai.
Agisci come farebbe un cittadino degno di uno Stato degno, e non hai di 
che preoccuparti.

La protezione che pensi di darti attraverso una mimetica, o qualcosa del genere, aumenterà solo la tua angoscia, e finirai per andare in giro 
sempre più 'nascosto', e sarai ancora più fragile.
Non è questo quello che vuoi, giusto?




Bene, credo di aver detto abbastanza sull'argomento.

Molti mi chiedono di argomenti lasciati in sospeso in precedenti post.
Di discorsi e idee appena accennati, e poi lasciati correre.
Come per esempio la "ricerca con il metal detector spento".

Me ne ricordo, ancora non sono del tutto rimbambito, per fortuna.

E' che delle volte penso non sia il momento di dire proprio tutto a tutti.
E non mi va neanche di essere frainteso.

Sono percorsi lunghi e difficili, quelli che dovrei dire.

E ci si arriva a piccoli passi.
Ci si dovrebbe perlomeno.
E delle volte spiattellare tutto così d'emblée, non è cosa buona e giusta. 

Alcuni, molti, potrebbero non essere pronti, ed il troppo, anche se positivo, potrebbe risultare fatale, nocivo.


Non sempre è auspicabile andare oltre.


Non c'è nulla di esoterico, nel senso peggiore del termine come s'intende 

oggi oramai.
Ma una volta, quando si capiva bene il significato di ogni singola parola, esoterismo stava per "non per tutti".
Ed un motivo c'era....

Comunque, magari sul tanto richiesto discorso sulla ricerca col M.D. spento,

prima o poi ci tornerò.

Ma siete pronti voi?

Alla prossima.

© 2013 by "Dino Conta"

lunedì 21 ottobre 2013

Il portachiavi "Mundial '86", e la sua segreta vita nella sabbia.

Strani i percorsi che fanno gli oggetti perduti in mare.
Ed anche nell'arenile asciutto, ove spesso si muovono come e quanto si trovassero in 
balia delle onde.

Tempo fa avevo iniziato questo discorso (vermi, Darwin, etc...), ma non sono andato oltre poiché ad un certo punto si sfocia nella pura teoria, e comunque ribadire più volte quei concetti già espressi, forse non avrebbe molto senso.

Di fatto, rimango sempre molto affascinato dal cammino degli oggetti perduti, in qualsiasi ambito.

Pochi giorni fa, oltre ai vari Euro e monetame vario di ogni nazionalità, ho trovato questo
portachiavi che vedete qui sotto in foto.




Prima considerazione: perché spesso, i portachiavi si ritrovano senza chiavi e chiusi?
Avrebbe senso il portachiavi con moschettone aperto, e quindi nel corso del tempo le chiavi vanno via via sfilandosi.
Ma chiusi e senza chiavi, è abbastanza inspiegabile.

Nel caso particolare della foto, seconda considerazione:
il portachiavi è datato, è un ricordo dei famosi Mondiali di Calcio del 1986, quelli 
della "Mano di Dio", cioè il fantastico gol di mano di Maradona contro gli inglesi;
come fa a trovarsi quasi intatto dopo così tanti anni passati in spiaggia?

Ed anche, potremmo chiederci come sia stato possibile, per un target così grande e grosso, 
passare inosservato agli occhi rapaci dei cercatori, e sfuggire alle grinfie bieche dei trattorini.




Il target si trovava a circa dieci metri dalla battigia, e non credo abbia passato del tempo in acqua, poiché altrimenti sarebbe ben più deteriorato.
Il materiale non è argento, è una lega di nessun valore, di cui però ora non ricordo il nome.
E' praticamente intatto, se non per la catenella ferrosa, che difatti presenta segni di ruggine.

Ma allora, come è possibile sia sfuggito per così tanto tempo, e che sia così ben conservato?

Si potrebbe obiettare che la data incisa non significa nulla, e che magari sia stato perduto da poco tempo, magari solo da pochi mesi.
No, non è così.
La sabbia comunque crea una patina invisibile, o quasi, agli occhi del profano (non-cercatore).
Questo velo color crema chiaro, quasi trasparente, è un marca-tempo abbastanza preciso.
E nel vederlo ho capito subito che questo oggetto ha passato i suoi anni immerso nella sabbia.
Quanti per la precisione, non saprei proprio, ma tanti.

Ho cercato di leggere la sua memoria tenendolo stretto fra le mani per un bel po', ma  a causa di qualche vicissitudine attuale, i miei cosiddetti poteri extra-sensoriali, gli stessi che possedete tutti voi -solo che non lo sapete-, si sono sensibilmente attenuati, facendomi 
regredire -mi auguro solo in maniera temporanea- a circa 129 vite fa.

Quindi, se davvero ha passato tutto questo tempo nascosto sotto la sabbia, e mi ripeto, come mai è ancora così intatto?
E, pure qui mi ripeto: caro portachiavi, come diavolo hai fatto a sfuggire a tutte le mie cercate fatte in quel tratto di spiaggia nel corso degli anni, ed a quelle dei miei fratelli cercatori?
E per così tanto tempo!

Se anche fosse stato utilizzato per dieci anni e poi perduto, mettiamo il caso, questo oggetto avrebbe trascorso ben 17 anni in una condizione degenerativa per dei metalli che non siano l'oro ed i nobili in generale.
Addirittura, se fosse stato perduto alquanto presto, di anni nella sabbia ne avrebbe 
passati 27!

Forse quella crosta, o velo, protegge gli oggetti?
Forse questa lega è particolarmente resistente?
Ma se lo fosse, perché non utilizzarla anche per molti altri oggetti?
Ed invece questa lega metallica viene usata solo per pochi oggetti, fra cui, appunto, 
i portachiavi.

Mi rendo conto sempre di più che non è tempo perso studiare i percorsi degli oggetti, 
una volta perduti.




Pare cadano in un altro mondo parallelo al nostro.
Magari inghiottiti negli abissi, per poi essere risputati da qualche folletto matto, quando
lo deciderà lui.

A tutti gli effetti è una scienza, e a noi cercatori dovrebbe intrigarci parecchio, se non altro
per sfruttarne le conoscenze acquisite, una volta sul nostro campo di battaglia preferito.

Ci sarà d'aiuto, e ci sembrerà di essere ancora più vicini, più fraterni, con la vita di 
Madre Terra, a rispettarla ed amarla.
E con Lei è implicito il Mare.

Un oggetto, seppur di nessunissimo valore, come questo portachiavi del Mundial, può 
darci tanto in molti termini, tanto e quanto un oggetto di valore.

Cerchiamo di ricordarlo la prossima volta.

Alla prossima.



© 2013 by "Dino Conta"


giovedì 17 ottobre 2013

Pericolo scorpioni! Le bestiacce attaccano i cercatori!

Sul pericolo degli insetti che pungono, mordono, o fanno tutte e due le cose, ne ho già 
parlato altre volte, in questo Blog.
Soprattutto nei racconti brasiliani.
Chi mi segue, sa di cosa parlo.
Un pericolo troppo spesso sottovalutato dai cercatori.




In Brasile alzo la guardia, temo sempre un attacco di qualche schifoso alato o strisciante.
Forse perché il ricordo di quella specie di vesponi giganti che mi hanno attaccato, tempo fa,
provocandomi dolori incredibili, è ancora molto vivo.

Notizia di pochi giorni fa che proprio questo dolore, in una scala che classifica l'intensità 
del dolore provocato da ogni tipo di animale, insetti compresi, cioè in pratica quanto male
fa un morso di un cane, o la puntura di una vespa, o ancora il morso di una vipera, 
questa puntura, dicevo, si è classificata seconda!!


Seconda classificata fra migliaia e migliaia di tipi fra morsi e punture di animali.
Ora capirete perché al terzo pungiglione che mi si infilava nelle mie carni, di queste maledettissime vespe giganti, caddi come una pera cotta senza neanche riuscire a respirare.

Prima classificata, se tante volte può interessare, è la toccata perfida di una stramaledetta medusa che per fortuna vive nelle acque australiane.

In Brasile alzo la guardia, eppure dovrei alzarla pure qui in Italia.
Perché le volte che sono stato attaccato dalle vespe di terra, quelle che vivono nei buchini 
nel terreno per capirci, neanche le conto più.

Vi racconto questo, perché ancora una volta sono riuscito, mio malgrado, a farmi pungere 
da un altro schifoso!
Questa volta si tratta di uno scorpione!
E pure bello grosso.

Spero che quello che andrò a dirvi, sia utile per far capire quali e quanti pericoli si 
nascondono intorno a noi, durante le ricerche.
Pericoli impensabili, fino a quando non capita a voi......

Già altre volte avevo detto nei Forum e qui sul Blog, di fare attenzione a dove si posa lo zaino.
Basta un attimo -et voilà- si infila una vipera, oppure qualche insetto, approfittando della 
vostra distrazione.

Anni fa trovai una piccola vipera dentro lo zaino, mentre ero in montagna.
Me ne accorsi perché avevo all'epoca uno zaino completamente apribile, e quando stavo riponendo tutto all'interno per poter tornare a casa, vidi in tempo l'infingarda 
già in posizione di attacco.

Gli zaini a sacca, purtroppo, non permettono la completa visione dell'interno.
E proprio con la sacca della XP, mi è successo quello che sto per dirvi.





Circa 2 settimane fa, vado a cercare in una zona a tratti boscosa.
Mi fermo per mangiare dei biscotti, infilo il braccio dentro la sacca, e quando lo ritiro 
su, mi accorgo che attaccato alla manica della camicia, vi è un grosso scorpione che 
sentendosi minacciato aveva attaccato il suo presunto nemico.
Per fortuna poco prima avevo allungato le maniche della camicia, che in genere porto arrotolate, per evitare i graffi dei rovi nel bosco.
Una camicia resistente, dalla stoffa impenetrabile.

Scrollo l'insetto malefico e lo lascio scappar via, felice dello scampato pericolo.
Mi assicuro che se ne sia andato ben lontano da me.
Non ci penso più e dopo un po' decido di tornarmene a casa, senza mai far toccar 
terra alla sacca, -hai visto mai?!-, penso.

Una volta a casa mi reco in cucina, luogo designato per sistemare il tutto.
Infilo ancora una volta il braccio, proprio per togliere  il metal-detector dalla sacca,
quando un dolore lancinante mi fa urlare e cadere indietro con forza.

Non capisco, penso addirittura a delle spine di rovo rimaste nella sacca.
Vedo la mano destra gonfiarsi in parte, l'anulare addirittura bloccato, rigido.
Penso ad una vipera (di nuovo!), anche perché osservando il palmo della mano,
si notano due fori in asse.
Li vedo però molto distanti fra loro, non i canonici 1 o 2 centimetri, classici del morso di vipera.
Addirittura mi immagino un pitone all'interno della sacca, magari di quelli che qualche sciagurato abbandona nei boschi quando questi crescono in maniera oramai ingestibile.

Non so che fare, ed in più sono solo in casa.
Il dolore è forte, ma io devo fare qualcosa per scoprire cosa mi ha morso.
Nonostante tutto, riesco a prendere la sacca, e la metto dentro la vasca da bagno.
La vasca, penso, farà da gabbia scivolosa a qualsiasi animale decida di uscire dalla sacca.

Scrollo con attenzione proprio usando la mano destra, la sinistra è armata di zappetta.
Ad un certo punto cade con un tonfo un grosso scorpione!!
Un altro scorpione, cazzarola!

Evidentemente erano in due i bastardi, ad entrare nella mia sacca nel bosco.
Forse due rivali in amore, viste la grosse dimensioni.
Non avevo pensato di scandagliare la sacca, una volta eliminato il primo scorpione.
Credevo fosse solo lui, ed invece erano evidentemente entrati in coppia, proprio 
come nell'Arca di Noè.

Scrollo ancora la sacca, pensando magari ad un happening di scorpioni, ma per fortuna 
non cade nessun altro ospite indesiderato.
La bestia demoniaca si fossilizza in una posizione marmorea, credendo così di sfangarla.
Corro a prendere la macchinetta fotografica, e faccio due foto, una con flash, una senza.

Non uccido l'esemplare subito.
Prima lo catturo, aiutandomi con una bicchiere ed un foglio di carta, e poi decido di 
studiarne le caratteristiche morfologiche armato di lente d'ingrandimento ed un ago...

Intanto la mano brucia, il dito non si muove proprio più.
Controllo ancora una volta la sacca, e quindi penso sia meglio immergerla in un secchio 
pieno di acqua e prodotti vari, tutti nocivi per un eventuale altro insetto o animaletto vario.

A mia moglie non racconto nulla per qualche giorno, non voglio allarmarla.
Ma dopo una settimana la scusa delle spine di rovo non regge più:
la mano è sempre gonfia e dolorante.

Comunque sono testone e non vado né al Pronto Soccorso, e né dal medico.
Insomma, non faccio nulla.

La mano si è sgonfiata solo al decimo giorno, e la ferita ha cominciato a non bruciare più
solo al dodicesimo.
Foto avrei dovuto farne varie, ed invece della ferita alla mano ne ho fatta solo una , quella 
qui postata, fatta stasera.
Si vedono i 2 buchetti, uno  alla radice del dito, e l'altro verso il palmo.
Fra i due buchi, vi sono quasi 2,5 centimetri di distanza.




Non pochi, evidentemente lo scorpione ha usato le chele, ed anche il pungiglione, che però
molto fortunatamente ha colpito il callo.

Difatti deve essere stato questo pungiglione ad immobilizzarmi il dito, non le chele.
Il foro del pungiglione -il terzo- era già poco visibile da subito, ora in foto non si vede per nulla.

La foto dello scorpione fatta nella vasca da bagno, quando ancora vivo quindi,
non rende tanto bene l'idea delle dimensioni.
La bestiaccia era bella grossa, mai visto uno scorpione così grande in Italia.
E non è certo il primo che vedo.
Manca nella foto un punto di riferimento, con maggior freddezza, avrei dovuto mettere 
un Euro accanto al laido, come si fa con gli oggetti venduti in Rete.
Avrei dovuto misurarlo una volta reso per sempre inoffensivo, ma non l'ho fatto.

Comunque, eccolo:




Ma è già stato tanto che non sono andato in panico e non ho lasciato scappar via lo 
scorpione per casa.
Mancava solo questa......

Bene, penso che la 'morale' di questo racconto sia chiara:
fare attenzione a cosa si può intrufolare negli zaini e nelle sacche, quando si 
va a cercare per boschi e campi.

Se pensate che a voi non potrà mai capitare, be', non è proprio così, fidatevi.

Alla prossima.

© 2013 by "Dino Conta"

venerdì 11 ottobre 2013

Garrett Pro-Pointer, alcuni trucchi.

Ultimamente mi sono ricreduto sui Pinpointer.
Ne ho già ampiamente parlato qui in questo Blog, ed altrove,
e a volte non ho avuto giudizi lusinghieri.
Mi sembravano gadget per novellini.
Ma utilizzandoli non solo per la ricerca del target dentro una buchetta, 
può essere uno strumento divertente, tanto quanto il metal-detector.
Ed è in effetti un metal-detector in miniatura.

Il più conosciuto, nonché il più venduto al mondo, è sicuramente
il Pro-Pointer della Garrett.

Non che sia per forza il migliore, ma è uno strumento capace di fare
il suo sporco lavoro, tutti lo conoscono, e quindi per questo molti lo 
studiano e ne riescono a tirar fuori migliorie e trucchi.

Eccone alcuni.

In questo primo video, vediamo il cercatore Steve Moore
dare dei consigli per l'identificazione del target.
Purtroppo i video che posterò, sono tutti stranieri.
Da noi in Italia si fa fatica a condividere i veri 'trucchi del mestiere',
e si finisce per trovare in Rete solo video-marchette per questa 
o quella marca.




(https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ZWPD2bRTzsc)


In questo prossimo video, vediamo invece come impermeabilizzare 
il Pro-Pointer.
Secondo l'autore, funziona bene, e non ha problemi di tenuta.
Ognuno, però, corre a suo rischio e pericolo ogni tentativo.
E se non siete esperti, non fatelo a casa!



(https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=S_1iYI8M0co)

 
E se pensate di usarlo per scavare, come fanno in molti,
forse fareste meglio a proteggerlo così:



(https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=qjVEzObQadk)


 Termino qui questa piccola ma significativa carrellata sul Garrett Pro-Pointer.
In Rete sono centinaia i video dedicati a questo interessante strumento
di ricerca.
Basta cercare.

Alla prossima.



© 2013 by "Dino Conta".

domenica 6 ottobre 2013

Rapito dagli Alieni in Brasile? E basi UFO nascoste!

Ho ricevuto una mail dal Brasile, molto particolare.
Leggendola, pensavo di primo acchito ad uno scherzo.
Ma una volta deciso di rispondere, ho capito che invece si trattava di qualcosa di vero, 
o perlomeno così tanto reale, quanto lo è stato in quel momento per questo 
ragazzo brasiliano, di cui non svelerò le sue generalità, per ovvi motivi.

Ecco la sua mail, da me tradotta e riassunta:

"Dino Conta, non ci conosciamo, ho letto il tuo Blog solo cercando delle 
informazioni sui metal-detector.
E quando ho visto che parli spesso del Brasile, ho deciso di scriverti.......etc....
............etc.....etc.....................................................etc................................
Vedendo che sei molto aperto come mentalità, voglio raccontarti una cosa che mi 
è successa questo anno in un campo di proprietà di mio nonno, in cui mi reco 
nei fine-settimana.
Era sera, verso le 19 e mi trovavo da solo vicino il recinto delle vacche.
Mio nonno mi stava chiamando a gran voce per farmi tornare in casa per la cena.
Non era ancora completamente scuro, quando proprio dietro di me sento un gran boato.
Ti dico che la cosa non mi ha sorpreso troppo, in quanto avevo visto prima del 
boato, le vacche guardare verso quel punto, con gli occhi spalancati.
Appena mi giro per capire, mi sento risucchiare verso l'alto, come da una forza invisibile.
Non riuscivo neanche a muovere le braccia, tutto rimaneva incollato al corpo.
Pensa che non è caduto neanche il mio amato cappellino.
In pochi attimi, forse neanche un secondo, mi trovo all'interno di una struttura metallica.
Come un grande capannone agricolo per le dimensioni, ma pulitissimo naturalmente, 
e con sagome di strani esseri di luce all'interno.
Non sono mai riuscito a vedere esattamente chi fossero questi esseri, perché la loro 
luce era troppo forte, accecante!!
Ad un certo punto  mi sono sentito preso alle spalle, ma sempre con l'impressione 
che a bloccarmi fosse una luce, non la forza fisica di qualcuno.
Poi sentivo alcuni di loro  parlarmi direttamente nella testa, come per telepatia.
Non si sentivano voci quindi, ma solo tutto mentalmente.
Una volta bloccato ho sentito parte delle pelle del braccio sinistro formicolare, 
come se  mi stessero prelevando qualcosa dalle vene.
Stessa sensazione sulla nuca.
---------------------etc...-----------------------------------etc..--------------------------------etc...-------
A quel punto pensandomi svenuto, sono atterrati vicino alla piccola fazenda (sitio)
di mio nonno, esattamente nel punto dove esiste quella costruzione che tu forse conosci, 
cioè ###########.
Ti mando delle foto del posto.
La cosa incredibile è che tutti hanno sempre pensato che fosse una costruzione umana, 
ed invece ...........---etc--------........-------------------"

Ho omesso luoghi e nomi, poiché sarebbe tutto troppo riconoscibile.
E non credo sia questo l'intento del nostro amico brasiliano.

In pratica, egli sostiene di essere stato rapito dagli alieni, o esseri di luce, se vi pare.
Di essere rimasto un bel po' di tempo nella loro astronave linda e pitta, ma che per i 
canoni del tempo terrestre, sono trascorsi solo alcuni minuti dal suo rapimento sino 
al suo rilascio.

Il rilascio sulla Terra, è la parte più interessante.

L'amico brasiliano, sostiene infatti di aver finto di essere del tutto privo di sensi, e 
che quindi questi fantomatici esseri di luce, lo hanno ricondotto qui da noi sulla Terra, 
non preoccupandosi di nascondere il luogo di atterraggio della loro navicella.
E che -udite udite- il luogo di atterraggio, altro non sarebbe che la sede di una 
famosa costruzione avveniristica.
Nelle foto inviatemi, non c'è che dire, la costruzione sembra essere proprio una di 
quelle classiche navicelle da film anni '60 con gli extra-terrestri.
La navicella da iconografia UFO.

Ma non basta certo questo per avvalorare il racconto.
E nel mio piccolo, ho voluto dare una controllata ad un po' tutto:
chi fosse lo scrivente, se non mi stesse raccontando frottole.
Ed anche verificare, senza comunque muovermi da casa, ma solo in Rete, se quello 
che mi aveva detto in una seconda mail, corrispondesse al vero.
Diceva: 
" Dino, in tutto il mondo esistono costruzioni del genere, e la gente pensa 
siano opera nostra, di noi umani.
Invece sono delle loro basi, ed i Governi di mezzo mondo hanno lasciato loro fare, 
per timore di rappresaglie!!
Una specie di accordo: 'Voi terrestri ci fate studiare uomini e cose, senza tanto clamore, 
e noi alieni non vi creiamo guai di nessun genere'.
E quali posti migliori per nascondere le loro navicelle, se non di fronte a tutti, 
spacciandole per costruzioni d'avanguardia?".

Una volta controllato che il nostro amico esistesse davvero, che non fosse una burla cioè, 
ho deciso di pubblicare in parte il suo racconto.
Ma soprattutto mostrandovi alcune foto.

Sono costruzioni 'umane', ma che secondo lui nasconderebbero navicelle aliene.
Non tutte, solo alcune.
Non vi dirò quali esattamente, divertitevi a capirlo da soli.

Naturalmente, non posso sapere se tutto questo sia così come la racconta lui.
Mi è sembrata una persona sincera.
Ci siamo scritti più volte e telefonati.
Magari tutto è successo nell'ambito ristretto della sua psiche.
Non lo so io, e forse neanche lui ( e gliel'ho detto anche al telefono).
Ma credo che liquidare come falso ogni accadimento a noi sconosciuto, sia molto sbagliato.
Il dubbio poniamocelo sempre, altrimenti che cercatori saremmo?.......

Segue ora una serie di foto inviatemi (eccettuate quelle del luogo in questione).


In Europa:





In Giappone



Kazhakistan:





U.S.A.:




Vi sarebbero altre numerose foto.
Ma lo spazio a disposizione non è illimitato.
Quindi.....alla prossima.


 © 2013 by "Dino Conta"

mercoledì 2 ottobre 2013

Nuove idee per il nostro hobby (forse).

Magari non avranno mai nessuna applicazione nel campo del 
metal-detecting, ma questi due prodotti, che ora andrò a presentare, 
mi sembrano davvero molto interessanti.
Giudicate voi.

Guardate questo video:



(https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=-2BEhvrdCec)

Il prodotto "Liquid Glass" -cioè 'vetro liquido'-, non sembra essere il 
solito silicone spray, che magari molti di voi usano per proteggere i 
contatti del metal-detector.
No, è a tutti gli effetti un vero e proprio scudo protettivo invisibile.

Penso lo ordinerò a breve, anche se non so bene cosa ne farò esattamente.
Magari usarlo come velo protettivo spruzzandolo sul box del metal-detector, all'esterno.
Così da non farlo sporcare troppo e proteggerlo da leggere pioggerelline.
O invece spruzzarlo semplicemente sul cappelletto, e farlo diventare un piccolo ombrello.

Insomma, mi sembra un prodotto davvero interessante, e spero di aver fatto cosa gradita nel mostrarvelo.


Ora vediamo il prossimo:



(https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=9VDeJ7rLUYU)

Il tizio col cappellino nasconde, sotto lo stesso, una protezione
realizzata con il nuovissimo prodotto, chiamato D30.
Le peculiarità di questo interessantissimo tipo di protezione, sono
la leggerezza, la robustezza, e principalmente il fatto che il D30 si 
trasforma a seconda delle necessità:
duro quando serve (vedi il video); morbido ed elastico in altri momenti.
I suoi usi sono innumerevoli, dal casco alle ginocchiere, passando per 
le cinture di sicurezza delle auto.

Nel nostro campo, forse potrebbe essere utilizzato per il box dei 
metal-detector, oppure per chissà cosa.
Sta di fatto che anche questo prodotto mi sembra davvero spettacolare.

Se vi viene e in mente un tipo di utilizzo concernente il nostro hobby, 
vi prego di farmelo sapere, così da condividerlo qui in questo Blog.



Alla prossima.

 © 2013 by "Dino Conta"