lunedì 23 settembre 2013

Equinozio d'autunno. Una bella cerimonia.

Il 21 settembre siamo entrati nell'autunno.
Anche se non sembrerebbe proprio, viste le temperature più che estive.
Oggi qui a Roma, verso le 15, si toccavano i quaranta gradi.

In maniera più precisa, ed a tutti gli effetti però, in autunno ci si è entrati 
ieri 22 settembreesattamente alle ore 22,44.

Sappiamo un po' tutti l'importanza che rivestivano questi fenomeni nell'antichità.
I Solstizi, gli Equinozi, e tante altre ricorrenze astronomiche-metereologiche
(se così si può dire), erano più che semplici festività ricorrenti nel 
calendario dei nostri avi.
Erano occasioni per interrogarsi, per sondare l'insondabile, per pregare 
loro Dei, e forse per ricordarsi, nel caso degli antichi Romani, le loro 
vere origini.

Il 21 ho partecipato ad una bella iniziativa, di cui vi farò partecipi, anche 
se in maniera succinta.

Io e altre persone, accomunate tutte dal piacere di saperne sempre di più, 
ci siamo trovati all'interno di un antico ipogeo Romano.
Naturalmente con tutti i permessi del caso.

All'interno di questa interessante struttura si è svolto un cerimoniale
suggestivo.
Si è scoperto infatti, negli anni passati, che da una piccola finestrella, 
e proprio in concomitanza dei due Equinozi annuali, il fascio di luce 
illumina con precisione il centro dell'ipogeo.
Non un caso, quindi, ma voluto.
Come d'altronde in altri ipogei sparsi un po' in tutto il mondo.

Non sto ora qui a dire degli Equinozi, del significato, e degli interrogativi
che potremmo porci.
Voglio invece mostrare alcune foto dell'avvenimento, che vi assicuro 
essere stato molto bello.

Qui sotto in foto, il raggio di luce è quasi al centro dell'ipogeo.

Non lo sarà mai in effetti, durante questa cerimonia, in quanto siamo al 
21 settembre, e non il 22.
E soprattutto perché nel corso dei secoli l'asse terrestre è cambiato, non è 
più quindi quello di circa 2700 anni fa, data approssimativa di realizzazione 
di questo ipogeo.





Qui sotto, un Dino Conta colpito dal fascio di luce equinoziale, emerge 
dai fumi provocati dall'incenso offerto in onore degli antichi 
Dei Romani, portatori di Pace e Benessere per l'Umanità intera.

  

La lastra di marmo al centro dell'ipogeo, quasi del tutto illuminata dalla luce proveniente dalla finestrella più in alto.




Cosa sarà questa nuvoletta, nella foto qui sotto?
Forse il Dio dei Cercatori così tanto evocato?
Lo sapremo solo cercando...



Una volta finita la cerimonia vera e propria, è l'ora del banchetto.
I cibi da degustare, sono pressappoco quelli che avremmo potuto trovare 
nelle tavole imbandite dell'epoca.
Stessi ingredienti, stessa tecnica di preparazione del cibo.
Risultati ottimi: il cibo era davvero squisito e particolare.




Nel particolare qui sotto, una gustosa frittata realizzata con il sorbo,
frutto oramai caduto nel dimenticatoio.
Ricordando però che le portate sono state numerose, molte 
di più di quelle mostrate in questa foto-cronaca.




Qui sotto, invece, delle polpette dolci realizzate con miele, castagne, etc..
Non così pesanti come si potrebbe pensare.
Gli antichi Romani, a dispetto di quanto comunemente si crede, erano 
parchi nel nutrirsi, ed i cibi stessi, leggeri.



E dopo aver mangiato e bevuto dell'ottimo vino speziato, c'è ancora tempo 
per me, in quanto cercatore, di salutare il nostro Padre celeste: 
il Dio dei Cercatori.





Alla prossima.


© 2013 by "Dino Conta.