Un altro spettacolare ritrovamento è stato messo a segno in Inghilterra.
Un UNICUM.
Ed il reperto, grazie alla famosa ed invidiata legge inglese che ben conosciamo, ora
si trova in un Museo.
Di cosa si tratta?
Questo oggetto qui sopra, è un ciondolo da tenersi al collo.
Trovato nei pressi di una fattoria di un antico Romano, nel sud dell'Inghilterra.
E grazie anche ad altri oggetti dissotterrati nello stesso contesto, si ha la certezza che
è proprio un artefatto Romano, e non Celtico, per esempio.
Dorato, ma forse l'oro è presente solo in bassa percentuale nella lega, e molto ben conservato, questo ciondolo serviva da piccolo pestello, sembra per la realizzazione
di pozioni afrodisiache.
Insomma, per la fabbricazione del primo Viagra della storia, perlomeno di quella Romana.
Qualche esperto, ritiene fosse usato anche per mischiare gli ingredienti per il trucco femminile.
Ma la forma 'cornuta' del ciondolo, fa propendere verso una raffigurazione stilizzata del
toro mitraico.
Mitra, come sappiamo, era una delle tante divinità Romane, fra le più amate dai soldati,
e non solo.
Quindi, difficile propendere per la seconda ipotesi.
Comunque sia, questo particolarissimo oggetto, ricordo trovato grazie al metal-detector,
è unico nel suo genere, e forse proprio per questo difficile da quantificare in soldoni.
Difatti, il fortunato cercatore sta ancora aspettando ciò che gli spetta, dal
Museo Reale di Cornwall, ove il ciondolo ora si trova.
Sì, proprio Corn-wall!!! Quando si dice il destino....
Alla prossima.
PRIMA PARTE.
Quanti paesi ci sono nel mondo?
Se non erro circa 200, paese più, paese meno.
Senza contare il "Regno Interplanetario Dinocontiano", naturalmente.
Eppure, se andiamo a vedere, la fabbricazione, o meglio l'ideazione, dei
metal-detector sembra prerogativa di pochissimi, così pochi da contarli sulle
dita di una mano.
Ma perché?
Intanto vorrei capire perché alcuni sì.
Ed inizio con questa prima parte, dedicata alla Francia principalmente:
> Francia > XP > questo paese ha una naturale propensione, direi quasi fisiologica, all'avventura.
Fa parte del loro DNA, come lo faceva tanti, ma tanti, anni fa anche per noi italiani.
Ricordate il Popolo di Navigatori?
Be', per noi è un titolo nel cassetto, per i francesi di oggi e di ieri, non lo è, è
ancora attuale.
Basta fare un attimo mente locale, e ricordare fra i tanti famosi scavezzacollo odierni,
quanti francesi ci siano. Qualcuno caduto sul campo, come per esempio
Patrick de Gayardon. (qui sotto in foto)
Inoltre, ed è forse la spinta maggiore, in Francia nella Grande Guerra si sono
tenute epiche battaglie.
Meglio: veri e propri massacri senza senso, con milioni di morti, quello della Somme,
per dirne solo uno.
Subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, si sentì la necessità di ripulire,
di bonificare, quei vasti territori dalle trappole di morte.
Troppe le bombe inesplose, milioni gli ordigni di ogni tipo che mietevano e mietono fra la popolazione civile, circa venti morti l'anno ancora oggi, causati da ritrovamenti s-fortuiti.
Normale che, vista la richiesta pressante, qualcuno pensasse bene di creare un'azienda che rispondesse a queste necessità. Se poi pensiamo che in Francia, forse caso unico al
mondo, esistono dei sminatori di professione, non facenti parte dell'Esercito, pagati
dallo Stato, con lo scopo specifico di bonificare quei boschi, capiamo bene quanto
fosse naturale questa evoluzione.
Naturalmente, non solo per questo motivo.
La ricerca di oggetti preziosi non è certo l'ultimo dei motivi.
Anzi! Nel paese dove negli anni '70 sec. scorso, si sfornavano non so quanti libri sul tema
"Tesori Nascosti", la ricerca mirata all'oro, gioielli, o monete, di certo non dispiaceva, sempre per lo spirito di cui sopra.
Insomma, alla Francia non sono mai mancati dei validi 'pretesti' per dedicarsi alla fabbricazione-ideazione di metal-detector, il tutto supportato dallo spirito giusto.
Prima di continuare, faccio una previsione per il prossimo futuro:
i paesi che presto diventeranno produttori di metal-detector, saranno Russia, Ucraina,
e paesi limitrofi. Nell'ambito europeo intendo.
I paesi in cui si hanno le stesse condizioni della Francia, cioè spirito avventuriero
(ai russi non manca), necessità di bonificare il territorio dagli ordigni bellici, e per ultimo,
per modo di dire, la presenza d'oro e altri oggetti preziosi.
.........continua..........
Questo tema lo divido in più parti, per non appesantire troppo la lettura.
Prenderò in esame nelle prossime puntate, l'Italia, il Brasile, gli USA, il Giappone,
ed altri paesi.
Alla prossima.
© 2012 by "Dino Conta".
Lo sapete, se mi leggete spesso, lo avrete capito:
il mio leit-motiv, oltre la Super-Drenella, sono le esplorazoni degli antichi Romani.
Esplorazioni ancora tutte da studiare e di cui nessuno parla come si dovrebbe.
Insomma, secondo me, la forza esplorativa dell'Impero Romano è del tutto sottostimata.
Ma non solo 'secondo me':
sono oramai numerosi i reperti Romani che vengono trovati in vari luoghi del mondo.
In contesti del tutto imprevisti.
Già sappiamo dell'Africa e dell'India.
Del Sudamerica me ne occupo da circa 30 anni, aiutando come e quando posso,
i coraggiosi archeologi del posto, in spedizioni spesso dagli esiti incerti.
Oggi, invece, parlo di un piccolo-grande ritrovamento, avvenuto in Giappone.
Questo artefatto qui sopra, di chiara ed incontestabile origine antica Romana,
è stato trovato in una tomba, in Giappone!
Uno di quei ritrovamenti che possono riscrivere la storia.
La tomba in questione si trova ad Utsukushi vicino la città di Nagaoka.
Le tumulazioni risalgono al secolo V, ed oltre a questo oggetto, conteneva anche
tre sfere di vetro, datate tra il I e IV secolo D.C.
La particolarità di questi oggetti in vetro, lavorati in maniera eccelsa, è che contengono
anche dei piccoli frammenti di oro.
Evidentemente si trattava di una tomba di un personaggio, o comunque una
persona abbiente.
Una delle sostanze che è servita a datare con una certa precisione questi artefatti,
è la soda, già largamente utilizzata dagli artigiani Romani, a differenza di altri popoli,
che ancora non la conoscevano, o comunque non la utilizzavano per questo scopo.
Anche la raffinata tecnica di includere frammenti d'oro, o foglioline d'oro, era una
peculiarità dei mastri vetrai Romani.
Insomma, un mistero per molti, che si chiederanno come sia possibile che in un'antica tomba giapponese siano stati ritrovati antichi artefatti Romani.
E parliamo di diecimila chilometri di distanza, con Oceani ed altri ostacoli da superare.
Personalmente la cosa non mi meraviglia per nulla.
Sono convinto, ed ho le prove, che gli antichi Romani sapessero navigare con destrezza
oltre le Colonne d'Eracle, senza tanti patemi.
Ed il fatto che le loro "scoperte" non fossero seguite da un'invasione commerciale o
militare (o prima una e poi l'altra), era solo per mero pragmatismo, dote che agli
antichi Romani di certo non mancava.
Alla prossima.
© 2012 by "Dino Conta".
Se mentre state spazzolando col vostro metal-detector,
vi capitasse un sasso che suona, potrebbe non essere un hot-rock, cioè un sasso particolarmente mineralizzato, ma un SASSO-SPIA americano!
Una pietra, cioè, lasciata in un punto strategico, con all'interno sofisticate
apparecchiature spionistiche, in grado di rilevare fatti rilevanti, come il passaggio di truppe, o altro.
Migliaia di questi sassi-spia stanno per essere posti su tutto il territorio afgano, in vista dell'abbandono delle truppe americane da quel paese, che presumibilmente avverrà
nel 2014.
E migliaia di altri, sono già stati strategicamente collocati nei pressi del confine
Messico-USA, con lo scopo evidente di intercettare i messicani che varcano
il confine americano in maniera illegale, alla ricerca di un umile lavoro.
L'idea non è nuovissima: già i primi sassi-spia furono lasciati dagli americani in fuga dal Vietnam, nel 1973.
Non potendo lasciare nessuno di loro per continuare a monitorare la situazione, vista la debacle improvvisa, dovettero affidare ai sassi-spia, il compito di "osservatori".
Ancora oggi in Vietnam, qualche sminatore trova un sasso-spia ogni tanto, per la
gioia dei collezionisti!!!
Ma ancora prima, l'idea di lasciare sul terreno oggetti, apparentemente innocui, e che nascondessero le proprie reali intenzioni, fu messa in atto sul territorio italiano, durante
la Seconda Guerra Mondiale.
Quando i cosiddetti "Alleati", pensarono ad una strategia ingannevole e subdola,
dagli effetti micidiali, e pur se proibita dalla Convenzione di Ginevra, utilizzata
poi in grande scala.
Parlo delle famose penne-bomba, lanciate a bassa quota dagli aerei anglo-americani,
in prossimità dei centri abitati italiani.
Queste penne venivano spesso trovate da bambini i quali inconsapevoli del micidiale inganno, le raccoglievano innescando così l'esplosione che avrebbe per sempre cambiato la loro vita: infatti, se non morivano (e non era questo lo scopo!), i poveri bambini rimanevano senza braccia, ciechi, o tutte e due le cose messe insieme.
Creando un giustificato terrore fra la popolazione civile italiana.
Non erano solo penne stilografiche ad esere utilizzate come ordigni contro la popolazione civile, si hanno comprovate testimonianze di pacchi di zucchero, di sale, o di caramelle.
Evidentemente l'idea, pur nella sua semplicità, ha sempre trovato dei benefici riscontri nella strategia bellica americana, tanto da essere sviluppata e declinata in varianti spesso curiose, come questa dei sassi-spia, appunto.
Chissà, magari la prossima volta che vi trovate sotto la piastra un sasso ostinato, che proprio non la smette di suonare, nonostante tutti i vostri 'abbattimenti', fermatevi un attimo e date un'occhiata più attenta.
Hai visto mai che non ci sia una cerniera a lato di quel sasso, o un'antennina sporgente?
Alla prossima.
© 2012 by "Dino Conta".
Spesso genericamente si dice che il Partito Nazionalsocialista
Tedesco dei Lavoratori abbia scelto il simbolo della Svastica riprendendolo
dagli antichi simboli orientali.
Ma, non tutti sanno che, un'antichissima statuetta tibetana raffigurante un santo
uomo con una Svastica sulla sua veste, è quasi sicuramente l'origine di questo
simbolo Nazista.
La statuetta venne scolpita da un blocco di una meteorite ferrosa tipo
Atassite, molto rara.
E da recenti studi sembra che la lavorazione risalga addirittura a 15 mila anni fa!
Rendendo la cosa ancora più misteriosa: come facevano, infatti, migliaia di anni fa,
a scolpire con tanta maestria un oggetto così duro come una meteorite ferrosa?
La statuetta venne portata in Germania negli anni '30, dopo una delle tante missioni
tedesche nel Tibet, alla ricerca di oggetti e tecniche che avrebbero potuto migliorare le condizioni di vita nel nostro pianeta.
E la stessa era stata trovata da cercatori di tesori tibetani che, per chi non lo sapesse
(e sono in molti!), sono una elite con tradizione antichissima nel Tibet,
ove hanno (o avevano?) un ruolo di tutto rispetto nella società di quel paese.
Poi sembra se ne siano impossessati dei cercatori di pepite d'oro siberiani, che nel 1913 spacciarono per loro questo ritrovamento.
Ed è la versione che ancora oggi troviamo in Rete, evidentemente ripetuta pedissequamente.
Comunque sia, Hitler sapeva certamente qualcosa in più su questa statua, tanto
da spenderci moltissimo denaro per averla in Germania.
E per decidere di fare suo quel simbolo sulla veste di quell'uomo raffigurato,
che per molti sembra essere Vaisravana, il più importante dei
Quattro Re Celesti del Buddhismo.
La statua, che pesa circa 11 Kg., è saltata fuori solo nel 2009, dopo anni ed anni di dimenticatoio, solo grazie al fatto che qualcuno ha deciso di metterla in vendita.
Non si sa chi se la sia aggiudicata, e nè per quanto.
Certamente è un oggetto particolare, direi un UNICUM.
Sotto tanti punti di vista.
La Cultura Nazista, dopo il ritrovamento di certi oggetti e soprattuto di certi scritti,
fece passi da gigante da un giorno all'altro.
Pensiamo solo all' Eterna Giovinezza, a particolari tecnologie ancora sconosciutissime all'epoca, etc.
Hitler teneva particolarmente anche ad altri oggetti, fra tutti un quadro, di cui magari
parlerò un'altra volta (e vi assicuro che merita...).
A ben pensare, se non fosse stato per dei cercatori, magari al posto della Svastica,
chissà quale simbolo avrebbero adottato i Nazisti....quello della Pace?
Alla prossima.
In questo periodo, come avevo già previsto, stanno uscendo dei nuovi modelli
di metal-detector fortemente mirati per la ricerca dell'oro.
Non nascono tanto per il mercato italiano, ma per quello molto più aggressivo ed
affamato (d'oro) del Nordafrica e della Russia.
Sui modelli specifici, comunque, attendo di studiarli uno per uno, prima di esprimermi.
E lo farò.
Ma una cosa, invece, che urge specificare e divulgare, vista l'uscita di vari metal,
è questa:
come devono essere condotti i TEST sui Metal-Detector!
Una linea comune dovrebbe esserci, altrimenti si rischia di confondere ancor più le
idee all'utilizzatore finale: il cercatore.
Senza girarci troppo intorno, elimino subito, dalla lista dei buoni, quei test condotti
in maniera errata o fuorviante.
Primo fra tutti il "Test in Aria", il famigerato test tanto amato da chi, evidentemente,
ha poca voglia di uscire (magari con la scusa che fuori piove) e provare il metal
nel suo corretto contesto.
Solo due parole: ma come si fa a provare un metal senza il magnetismo dei minerali
presenti nel terreno, la penetrazione dello stesso, la mineralizzazione, la presenza
eventuale di tralicci dell'alta tensione?
Ditemi come.
Non voglio spendere altro fiato su questo test, secondo me, del tutto assurdo.
Eliminiamo ancora i test condotti con trabiccoli vari:
tavoli centimetrati; terra riportata nei secchi, o amenità del genere.
E la compattezza del terreno, oltre agli "ingredienti" citati poco fa?
E ancora: l'alone che produce un oggetto ferroso interrato?
Tutti elementi non presi in considerazione, evidentemente.
E allora, arriviamo a noi, senza perder ulteriore tempo.
Il Test, quello vero, deve essere fatto sul terreno, in campagna o sulla sabbia,
dipende dal tipo di test che vogliamo fare, e realizzato a DOPPIO CIECO!
Sul terreno per i motivi che abbiamo visto prima, e a "doppio cieco" perché è di gran
lunga il test che assicura una imparzialissima valutazione di un metal-detector.
Anche se, per assurdo, l'operatore al metal volesse forzare in maniera subdola la
performance di un metal, con questo tipo di test, sarà impossibile.
Cosa intendo per 'doppio cieco'?
E' un termine che ho preso, come saprete, dai test realizzati scientificamente sui farmaci,
per esempio.
Digitate il termine sulla Rete, ed avrete un'idea più chiara di come vengono realizzati.
Nel nostro caso specifico, il test a doppio cieco, prevede l'utilizzo di un metal-detector da testare, su un terreno in cui NON abbiamo interrato precedentemente
nessun target, ed in cui, quindi, l'operatore al metal cerca un target senza sapere
cosa è, cosa sarà, e neanche dove si trova
(sa solo che ha un metal in mano da testare....).
E, importante, prima di scavare il target segnalato dalla macchina,
il cercatore dovrà dire di cosa si tratta!
Cioè, se secondo il display, o i suoni emessi dal metal, l'oggetto rilevato è un chiodo,
un anello d'oro, o chissà cosa.
Quindi, quando si agisce con questa procedura, cioè target celati, luogo nascosto, operatore ignaro di tutto, sarà impossibile essere di parte (eventualmente), e soprattutto
si avrà un riscontro del tutto veritiero sul metal-detector.
Senza trucco e senza inganno, uguale per tutti!
Un operatore che sa bene dove si trova il target, nascosto in precedenza, manovra le manopole in maniera sicuramente diversa da quando il target non lo conosce,
non sa di che materiale è fatto, a quale profondità si trova, e dove si trova!
Il test a doppio cieco elimina in un colpo solo il coinvolgimento, di qualsiasi tipo, dell'operatore, che sia voluto o no.
Un test del tutto sincero e che dovrebbe essere preso come test universale da tutti.
Perlomeno è da augurarselo, cioè che ogni cercatore in vena di fare qualche video sulle
prestazioni di un metal-detector, utilizzi il test a doppio cieco, d'ora in poi.
Quando anni fa testai una piastra nuova di zecca, per conto di una famosa Casa di
metal-detector, oltre a non prendere una Lira..eh..eh.., in fondo usai proprio questa
procedura, cioè non feci altro che testarla sul campo, come fa ognuno di noi
quando va a cercare normalmente.
Senza arzigogoli o effetti speciali!
E difatti la piastra non venne poi più prodotta....
Questa è la via.
Alla prossima.
Di Berlusconi Silvio si sono spese tante parole, e non è mia intenzione aggiungerne
altre, del tutto superflue.
Ma stamane, quando ero in visita al Museo Barracco di Roma, ho fatto una
scoperta sensazionale!
Qualcosa che da anni ed anni è lì in bella mostra, nella teca del Museo.
Eppure nessuno sembra essersene accorto: Berlusconi è un Immortale!
Uno di quegli esseri umani che da secoli attraversa le epoche storiche dell'umanità, evidentemente in panni differenti, ma mantenendo sempre le proprie
sembianze originali.
A ben pensarci la cosa non dovrebbe meravigliarci più di tanto: la sua perseveranza, l'incrollabile fiducia, la resistenza agli attacchi di ogni tipo, fa di lui un personaggio dalle
doti, comunque sia, non comuni.
E questi sono dati di fatto, non significa altro.
Ed ora guardate:
questa testa, risalente a duemila anni prima di Cristo, si trova nella teca dei reperti provenienti dall'Egitto. In mezzo a tanti altri, di uno dei periodi storici più affascinanti.
Evidentemente il nostro, era un personaggio anche all'epoca, e probabilmente nel suo attraversare le ere, ha sempre avuto ruoli di tutto rispetto.
Chissà, magari era un Faraone. Oppure un alto dignitario.
Il fatto che vi sia un ritratto, addirittura marmoreo, presuppone comunque un
ruolo elitario nell'antico Egitto.
Notata la somiglianza?
Se volete vedere da vicino, andate pure voi al Museo Barracco, e magari noterete altre particolarità che magari in un secondo momento vi mostrerò.
Questa è la teca:
Buona visita allora.
Alla prossima.
Un pout-pourri di curiosità storiche, raccolte qui e lì:
-NON SONO DI QUI!-
La parte sud del Messico, conosciuta come Yucatan, fu chiamata così all'epoca
della Conquista.
Uno spagnolo chiese ad una indigena come si chiamasse quel posto, e lei
rispose "Yucatan".
Senza sapere, però, che lei avesse detto in realtà "Non sono di qui!"!!
-IL GIORNALE PIU' ANTICO AL MONDO-
Se state pensando a qualche testata inglese, o italiana, vi sbagliate.
Il giornale più antico al mondo è lo svedese "Post och Inrikes Tidningar".
Creato dalla Accademia Reale delle Lettere, circola senza interruzione dal 1645.
Quindi, da ben 367 anni!
-BAMBINE CINESI SENZA NOME!-
Nell'antica Cina, le bambine erano così tanto indesiderate nelle classi povere, che
alla loro nascita non ricevevano neanche il nome!
Fino ad adulte, erano conosciute nella comunità in cui vivevano,
solo per il numero di 'comparizione' nella nidiata di famiglia:
la Prima, la Seconda, la Terza, e così via.
-O.K.! (IL PREZZO ERA GIUSTO...)-
Sull'origine del termine 'O.K.' vi sono varie ipotesi.
Ma secondo me, fra le tante che ho letto, questa mi sembra la più plausibile:
durante la Guerra Civile americana, quando le truppe tornavano da uno scontro,
senza aver subito nessuna perdita umana, scrivevano su una grossa tavola di legno:
"O Killed".
Sarebbe a dire "O (ZERO) Morti".
Da qui sorse l'espressione 'O.K.' per indicare che tutto va bene.
Interessanti, vero?
Alla prossima.
Il PINPOINTER, per chi non lo sapesse, è un piccolo metal-detector che sta in
una mano!
Di quelli (che già sono grandi però) che utilizzano gli addetti alla sicurezza negli aereoporti, quando vogliono controllarci ancora meglio, una volta passata la
porta metal-detector.
Ne esistono davvero di ogni tipo e forma, ma nonostante tutto, secondo me, il suo
utilizzo è ancora troppo limitato al solo ausilio come centra-target-nelle-buche.
Personalmente non li ho mai usati, se non saltuariamente nel passato: rallenta troppo la ricerca, nell'uso di piccolo metal in ausilio.
E poi meglio abituarsi subito a cercare il target con la sola piastra del metal, così
da avere un feeling con lo strumento via via più efficace.
Ma questi strumenti possono essere solo relegati all'uso che quasi
tutti ne fanno?
Penso proprio di no!
A tutti sembra sfuggire l'uso ludico che se ne potrebbe fare, oltre a quello più conosciuto.
Ricordando, prima di tutto, che anche se piccolo tanto da stare in una mano (o poco più),
anche il pinpointer segue la normativa vigente, cioè la ricerca archeologica è sempre e comunque VIETATA, credo che questi 'aggeggi' abbiano delle loro potenzialità
ancora poco sfruttate.
La facile trasportabilità, tanto per iniziare, dovuta appunto alla sua dimensione ridotta.
Un vero cercatore, di quelli che il cercare è lo scopo principale, e non il target,
o il mezzo con cui praticare la ricerca, non può e non deve trovarsi impreparato
nelle evenienze che il caso potrebbe presentargli, in maniera inaspettata.
Una ricerca di un anello perduto durante una passeggiata nel parco cittadino,
un orologio caduto nella sabbia, la ricerca di un tubo nel muro, prima di praticare
un foro col trapano.
Sono tutti esempi di come questo strumento possa essere versatile, divertente ed utile.
La pratica della ricerca tout-court, poi, potrebbe anche risultare molto intrigante e meno invasiva agli occhi di chi ci osserva, magari durante un pic-nic all'aperto, con gli amici
che ci sfidano a trovare questo o quello oggetto.
I prezzi dei pinpointer sono anche contenuti: un dettaglio che dovrebbe spingerci ad
averne uno nell'immaginario 'guardaroba' del cercatore.
Insomma, la facile trasportabilità, il prezzo contenuto, la discrezione e la poca invasività
della ricerca, sono tutti motivi validi per averne uno sempre con noi, ovunque si vada,
ed in ogni occasione, sempre secondo me.
Ne esistono addirittura di subacquei.
Per le specifiche tecniche ed i prezzi, oramai lo avrete capito se mi leggete,
non troverete nulla qui, in questo Blog.
Il forum "Metal Detector per Tutti" ed altri forum, svolgono egregiamente questo,
e non solo questo, compito.
Mi auguro anche questa volta di avervi dato un'idea in più.
E poi di un oggetto che moltissimi cercatori già hanno nel loro arsenale, ma che spesso, troppo spesso, è utilizzato solo al 10% della sua reale potenzialità.
Alla prossima.