martedì 9 novembre 2021

Trucco numero 1 per cercare meglio.

 Giovanni è un cercatore con quasi 25 anni di carriera alle spalle.

Uno di quelli che appena lo vedi capisci subito che è davvero in gamba, per lui tornare a casa con minimo 6 o 7 target in tasca dopo una cercata di circa 2 ore, è la normalità.

E lo fa senza fatica, senza tanto sudare.

Insomma, un cercatore che se lo incontri sul campo di battaglia, quello potrebbe essere il tuo giorno fortunato.

Eh sì, perché se ci sai fare, puoi diventare suo amico e chiedergli consigli su consigli, o anche solo vederlo all'opera mentre cerca.

Cosa che io ho fatto da subito, molti anni fa, quando l'ho incontrato in una calda mattinata di agosto, in un terreno ostico, molto mineralizzato, che però lui sembrava aver domato con estrema facilità.

Nel corso degli anni abbiamo cercato insieme non tanto quanto avrei voluto, ma abbastanza per carpire alcuni dei suoi trucchi, che spesso mi sono stati utili in contesti che ritenevo quasi impossibili.

Circa 2 anni fa lo incrocio in una collinetta molto boscosa e piena di insidie: buche celate, rovi assassini, vipere infingarde, ed un vento così sferzante che anche in piena estate cerchi di evitare.

Ci salutiamo e subito mi mostra ben 10 target, di quelli buoni, io contraccambio mostrando i miei altrettanto numerosi.

Lo vedo però triste, malinconico, pensieroso.

E chiedo: "Giovanni, che hai? Dovresti essere contento".

E lui: "Dino, sì tutto a posto. Ma mi sono rotto di portare a casa target da collezionare, quando invece mia moglie vorrebbe che cominciassi a portare qualche soldino, visto poi che lavoro solo io".

E aggiunge, senza neanche darmi il tempo di rispondere: "Dino, mi sa che quasi quasi inizio a cercare pure io con la Super-Drenella!...".

E io: "Sì, come no, e chi ci crede?! Un cercatore come te che lascia i campi per buttarsi in mare con una rete da tellinari, come sempre l'hai chiamata tu?!? Non ci credo neanche se ti vedo!".

Non c'è stato un seguito a quel discorso, ho creduto fosse lo sfogo del momento, senza una reale intenzione di cambiamento.

Pochi giorni fa, dopo una fruttuosa e stancante cercata drenellatrice, mi appisolavo beato sopra una piccola barca rovesciata in riva al mare di Fregene, approfittando di alcuni insoliti e potenti raggi di sole di una tarda mattinata di novembre.

In compagnia di alcuni gabbiani che sorvolandomi sembravano intenzionati a utilizzarmi come sagoma per un ipotetico gioco di lancio delle loro deiezioni in testa al malcapitato, ero in uno stato di allerta euforica, nonostante l'apparente riposo del guerriero.

Ad un certo punto vedo passare un tizio, bardato con una datata muta davvero fuori contesto, neanche fosse appena uscito dal ventre della nave Calypso di Jacques Cousteau.




Lo riconosco: è Giovanni!

Ci salutiamo, e subito gli chiedo: "Giovanni, ma come ti sei conciato? Ma soprattutto, che ci fai con una Super-Drenella in mano?".

"Dino, ti ricordi? Te lo avevo detto l'ultima volta, 2 anni fa. Non scherzavo, e come vedi ho iniziato a cercare con la Super-Drenella. Me la sono fatta da solo, un po' più piccola di quelle che usi tu. 

Ma, purtroppo per me, il risultato che mi aspettavo, proprio non è mai arrivato! Mai Dino! Il massimo che ho fatto in una uscita con la mia Super-Drenella, è stato 4 Euro e 2 fedi oro. Contando perlomeno 60 uscite in acqua, di circa 2 ore alla volta, non mi sembra un risultato incoraggiante.".

Sono senza parole, il mio amico Giovanni in un minuto mi ha appena detto che anche lui ha voluto seguire le mie orme, ma che non si è sognato minimamente di chiedermi consigli, di chiamarmi per un aiuto, e che in ben 2 anni, praticamente non ha fatto altro che smuovere sabbia dal fondo del mare!

Sono un po' arrabbiato con lui, e dal cambiato tono della mia voce, Giovanni lo capisce.

Ora Giovanni è un po' a disagio, forse dopo 2 anni ha capito che la causa di tutto questo è stata solo la sua mancanza di umiltà nel chiedere aiuto. Di prendere il cellullare, magari anche non subito, ma perlomeno dopo la infruttuosa decima uscita, e telefonarmi per capire in cosa sbagliava.

Non lo ha fatto, ma ora voglio porvi rimedio, ci tengo troppo a lui, e mi spiace vederlo così.

Parliamo per un'ora buona, voglio capire cosa non va.

Scopro, incredibilmente, che in questi 2 anni non è mai andato a cercare nei campi, nei luoghi in cui lui è fra i migliori in assoluto nella ricerca.

Ha dedicato anima e corpo alla Super-Drenella, si è incaponito fino all'esasperazione, senza peraltro ottenere nulla, o quasi.

Basta chiacchere, invito Giovanni a rituffarsi insieme in acqua, voglio capire in cosa sbaglia.

Lui è ancora fresco e riposato, era appena arrivato in spiaggia quando l'ho incontrato. Io, invece, sono davvero stanco, ma non per questo mi tiro indietro, e rimaniamo in acqua per circa 3 ore.

Tanto, troppo per essere novembre.

Il risultato di questo super-test lo spiattello senza andarci troppo tenero con Giovanni.

"Amico mio, penso sia arrivato il momento che qualcuno te lo dica, e quel qualcuno sarò io: la ricerca con la Super-Drenella proprio non fa per te! Ti avessi incontrato prima, penso che ti saresti risparmiato tanta fatica, tanta inutile sofferenza".

Mi aspettavo dal mio amico una reazione rabbiosa, ed invece:

"Dino, hai ragione, non volevo ammetterlo, ma in effetti non è nelle mie corde cercare in acqua. Sento freddo, non mi diverte, e sto sempre lì a pensare come sarebbe stato meglio se fossi andato in campagna, con il mio metal-detector! Forse è stata l'insistenza di mia moglie a farmi provare la tua Super-Drenella.".

"Sì Giovanni, si vede lontano un miglio che quando sei in acqua sei fuori contesto, ti spegni, sembri un cercatore del primo giorno, non hai entusiasmo e neanche ne vuoi. Tu vuoi solo tornare a cercare nei campi, ed il tuo subconscio ti ha sonoramente boicottato in maniera tale che non trovassi nulla in acqua! Era quello che volevi, ma non lo sapevi, perlomeno non fino in fondo!".

"Dino, questa è l'ultima volta che mi vedrai al mare. Da domani torno a fare quello che mi riesce meglio".


La morale, se così lo vogliamo chiamare, qual è?

Semplice, così tanto semplice che delle volte non ci si pensa: mai intestardirsi su qualcosa che proprio non è nelle tue corde. Provarci sì, va bene. Ma la prova può durare settimane, forse qualche mese, ma non di più. Andare oltre diventa un supplizio, una inutile agonia senza senso.

E dirò di più. La vera morale della favola è che se una cosa la sai fare bene, concentrati su questo, e non perdere tempo su un tipo di ricerca che non fa per te.

Il trucco numero 1 è: concentrati su quello che sai fare, migliorandoti giorno per giorno, sino ad arrivare alla perfezione.

Non perdere tempo con altro che proprio non ti riesce.

Insistere su quello che non sai fare, non vuol dire "provarci", vuol dire solo avere un Ego smisurato che non accetta le sconfitte, e come letale conseguenza perdere di vista i propri punti forti.

Ci siamo salutati, era molto sorridente, sembrava finalmente felice. Sono sicuro che nel suo ambiente ideale, i campi, Giovanni farà scintille alle prossime uscite.

Non credi anche tu?


Alla prossima.


© 2021 by "Dino Conta".